Cecenia. Il ministro nega la nuova purga anti-gay, ma poi aggiunge: «Non permetteremo ai semi delal sodomia di germogliare nella benedetta terra del Caucaso»


Se persino il dipartimento di stato di Donald Trump ritiene veritieri i report sulle persecuzioni sui cittadini lgbt in Cecenia, è nel corso di un'intervista alla testata online Kavkaz Realii che il ministro ceceno dell'informazione, Dzhambulat Umarov, ha negato che le forze dell'ordine stiano detenendo illegalmente decine di omosessuali e ne abbiano uccisi almeno due. «È una totale fesseria», ha dichiarato.
Ma esattamente come avvenne nel 2017, quando Kadryov negò le violenze dicendo che in Cecenia non esistevano gay dato che le loro famiglie avrebbero provveduto autonomamente ad ammazzarli, anche l'intervista di Umarov si è conclusa con un'affermazione che pare un'ammisione di colpa: «Non seminate i semi della sodomia nella benedetta terra del Caucaso. Non cresceranno come nella pervertita Europa. Lasciate in pace la repubblica cecena».
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