Il sindaco di Verona porta i suoi saluti istituzionali al comizio omofobo di Fortezza Europea


Il sindaco di Verona non ha mai brillato per la su tolleranza, tutto tronfio nel suo dirsi convinto che il suo essere bianco ed amante delle donne siano meriti a cui dovrebbe essere dato un valore giuridico. Tra proposte di messa all'indice dei libri a lui sgraditi e patrocini pubblici concessi a comizi neofascisti contro «la minoranza soddomita», Federico Sboarina non solo ha trovato il tempo di partecipare ad un incontro di Fortezza Europa per, ma ha anche ritenuto di dover portare i suoi saluti istituzionali ad un gruppo estremista che si sta battendo affinché ai gay sia impedita la partecipazione alla vita pubblica.
Tra insulti, insinuazioni ed offese, il gruppo di estrema destra scriveva:

Quest’anno il continuo e progressivo allontanamento dai dettami tradizionali ha fatto sì che si potesse creare un'ulteriore stortura, concedendo alla politica di insinuarsi nel Carnevale veronese. L'annuncio della candidatura a Papà del Gnoco 2019 di un personaggio presentatosi alla stampa come “attivista gay veronese” non lascia spazio a equivoci circa la volontà del candidato di strumentalizzare la maschera sanzenate per la promozione di fantomatici diritti LGBT. La propensione alle “carnevalate” e al ricoprirsi di ridicolo di queste simpatiche macchiette è oramai arcinota a tutti i veronesi, che in altre occasioni hanno avuto modo e mai il piacere di assistere a sfilate tanto inopportune quanto di pessimo gusto. Il nostro augurio è che la maschera venga definitivamente sottratta dalle mani di chi vorrebbe speculare per fini politici e individuali su di essa per esser così restituita ai valori genuini, popolari e tradizionali che la ispirano nonché di diritto fatta nuovamente rinsaldare al quartiere di San Zeno.

Parole deliranti, ma evidentemente ritenute degne di un saluto istituzionale da parte di un Sboarina che non perde occasione per promuovere la sua ideologica battaglia contro i diritti delle minoranze. E non va meglio con Fortezza Europea, la quale minaccia denunce e riconversioni contro chiunque oserà dire che ci sarebbe omofobia nel loro pretendere che ai gay sia impedito qualunque ruolo pubblico:

In merito alle accuse di omofobia rivolte da Elisa La Paglia alla nostra Associazione, teniamo a precisare che all’interno della nota stampa comparsa sulla nostra pagina facebook in data 31/12/ 2018, mettevamo in guardia circa il pericolo che la politica si potesse insinuare nel Carnevale veronese, proprio a seguito dell’annuncio della candidatura a Papà del Gnoco 2019 di un sedicente “attivista gay veronese”, pronto, a nostro avviso, a strumentalizzare la maschera sanzenate per la promozione di fantomatici diritti LGBT. In sostanza lamentavamo come la teoria dei diritti umani abbia avuto negli ultimi 70 anni una crescita smisurata, portando a confondere i desideri con i diritti. Questi ultimi, infatti, in origine si facevano coincidere con posizioni giuridicamente garantite per difendere la persona contro l’esercizio arbitrario dell’azione di governo.
Ora, nel 2019, si sono trasformati invece in legittimazione dell’arbitrio personale.
Che cosa abbiano di omofobo queste parole, non intendiamo lasciarlo decidere da una La Paglia di turno, che risponderà delle proprie lesive affermazioni nelle sedi competenti.

Insomma, loro non vedono omofobia nel loro sostenere che gli altri siano inferiori a loro in virtù di come loro non tollerano possano godere di pari diritti e pari dignità e denunceranno chiunque osi contrastare quella favoletta che si raccontano nel ripetere a pappagallo gli slogan coniati dal fondamentalismo cattolico. Il tutto dopo aver sostenuto che i diritti dei gay si sarebbero dovuti fermare al 1950, ossia vent'anni prima dei moti di Stonewall quando ancora si poteva essere uccisi in virtù del proprio orientamento sessuale.
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