La stampa di estrema destra: «Nessuna omofobia: il sodomita aveva già il viso tumefatto prima di essere aggredito»


Da copione, i camerata de Il Primato Nazionale hanno avviato la sua macchina del fango contro il 58enne che nei giorni scorsi è stato vittima di un'aggressione omofoba a Torino.
In un articolo intitolato "Gay denuncia aggressione omofoba: ma vandalizzava le auto del quartiere", la camerata Cristina Gauri lamenta come quelle che lei definisce come «testate giornalistiche progressiste e associazioni lgbt» avessero osato solidarizzare con la vittima anche se lei preferisce credere ciecamente alle difese avanzate degli aggressori. Evidentemente non le servono le indagini della polizia e le prove che dovranno avvalorare le due tesi, lei sa che i gay avrebbero torto a priori. Ricorrendo a un inutile sarcasmo, la donna scrive:

Ma il signor Leonardo si era dimenticato di includere nel post su Facebook alcuni particolari della vicenda, dal momento che gli inquilini dello stabile, finalmente chiamati in causa, hanno fornito una diversa versione dei fatti: «Con Leonardo ci sono problemi da sempre», sostiene Antonio Benedetto, presidente del comitato inquilini, «nessuno lo tratta male perché è gay. Ma in molti si tengono alla larga da lui perché spesso è ubriaco. I bar della zona lo hanno bandito perché è molesto. Anche martedì, secondo alcuni testimoni, lo era».
Una testimone racconta: «Ho sentito urlare in cortile. Mi sono affacciata e Leo stava dando di matto. Gridava di essere stato stuprato e aveva già il viso tumefatto. A un certo punto ha afferrato un bidet dall’immondizia e lo ha lanciato contro una macchina sfondando il vetro». Particolari che il 53enne torinese si è ben guardato dal raccontare su Facebook, preferendo giocarsi la carta del vittimismo. Le forze dell’ordine, ripetutamente sollecitate, sono intervenute solo parecchio tempo dopo.

Ed è sempre premurandosi di usare termini violenti che la donna difende gli aggressori dando per scontato che la sua ricostruzione sarebbe una verità divina:

Il signor Benedetto ha ammesso che gli abitanti di via Biglieri, vedendosi vandalizzare i propri mezzi di trasporto, si sono inferociti lasciandosi andare a insulti non proprio homo-friendly: «È vero, lo hanno insultato. Erano tutti arrabbiati perché stava spaccando le macchine in cortile. Sa, qui c’è tanta gente ignorante ed è vero che gli hanno urlato “frocio” e “ricchione”. E forse è partito anche qualche spintone. Ma il caos è scoppiato perché lui era fuori di testa e la gente ha reagito». Le testimonianze della gente sono state raccolte dagli agenti, che hanno fatto anche un elenco delle macchine danneggiate. «Ora sto cercando di mettermi in contatto con l’Arcigay per avere un chiarimento pubblico. Qui nessuno ce l’ha con i gay», sostiene il signor Benedetto.

Eccerto, nessuno ce l'ha con i gay. Forse neppure quei loro lettori che si sono accalcati a vomitare il loro odio contro i gay dopo che la loro camerata gli ha venduto una scusa per legittimare il loro più pruriginosi pregiudizi:
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