Presa Diretta si occupa del senatore leghista Simone Pillon e della rete integralista da lui rappresentata


La vita va tutelata esclusivamente finché si è embrioni, poi si diventa migrante, omosessuale o donna e quindi il fondamentalismo cattolico inizia a dire che non si va più bene. Dicono che gli altri sono inferiori a loro e li si dovrebbe ritenere indegni di vivere. E per imporre la loro folle ideologia, pretendono leggi che vietino qualunque libertà personale non risulti conforme al loro volere, magari invocando il nome di Dio invano in una dialettica non troppo dissimile da quella che viene usata dall'Isis al fine di giustificare la lapidazione delle donne o il loro gettare i gay dai palazzi.
Forse il senatore leghista Simone Pillon non è ancora arrivato a lanciare pietre contro le donne o a scaraventare i gay dai tetti, eppure le sue rivendicazioni contro quei gruppi sociali si basano sulla stessa assenza di argomentazioni, raccontando che sarebbe Dio ad odiarle che quindi lui si sente moralmente obbligato ad abbaiare contro di loro.
Ad occuparsi di lui e delle sue reali finalità politiche ci ha pensato la trasmissione televisiva Presa Diretta, la quale è partita dal suo retrogrado ddl sull'affidamento dei minori per arrivare a spiegare come «il disegno di Simone Pillon è solo la parte emersa di un grande movimento politico e culturale che non si occupa solo di divorzi e separazioni, ma di aborto, di diritto di famiglia, di educazione sessuale nelle scuole e di tanto ancora».

Il racconto parte dal 17 novembre scorso, quando Regione Lombardia ha ospitato la prima riunione del gruppo "Vita e famiglia" di Massimo Gandolfini, dove il leghista Pillon era l'ospite d'onore. Lo scopo della riunione era la promozione di un'agenda politica basata sulle rivendicazioni del "family day", volte a ridefinire la "famiglia" come una una società fondata sull'eterosessualità.
Il servizio passa a raccontare come il ddl Pillon neghi il dato di fatto sulla vita dei bambini nel suo chiedere che li si trasformi in pacchi postali obbligati per legge a dover traghettare tra due case, introducendo peraltro in una legge italiana dei riferimenti ad una presunta "sindrome di alienazione parentale" mai provata dalla scienza. E non servono molte interviste per iniziare a comprendere come lo scopo del ddl Pillon sia quello di privilegiare gli uomini divorziati in una legge che pare fondata più sulla promozione del machismo che sulla difesa dei minori.

Intervistato da Presa Diretta, Massimo Gandolfini ha dichiarato: «Noi lanciamo i nostri temi e poi registriamo chi li condivide e li sostiene. A questo punto ai nostri elettori, che sono tanti, diciamo che questo partito ci sostiene o che questo partito non ci sostiene. Dal punto di vista generale, ci sentiamo molto condivisi e stiamo lavorando molto bene con i rappresentanti della Lega. Il nostro progetto è semplice: la lotta all'aborto, la lotta all'utero in affitto, la lotta contro l'eutanasia, la lotta al diritto del suicidio assistito. E per quanto riguarda la famiglia, noi continuiamo a dire "società naturale fondata sul matrimonio"». Ed ovviamente, nella sua ideologia, il termine "naturale" dovrebbe essere inteso come sinonimo di "eterosessuale" in ode alla sua negazione di una molteplicità della natura.
E da Gandolfini, il passo è breve verso Forza Nuova, con comizi in cui il leader neofascista promuove i sedicenti gruppi "pro-vita" in mezzo a persone che brandiscono rosari e crocefissi. Le immagini ci conducono all'interno di manifestazioni colme di fanatismo, in cui i presenti dichiarano di voler «obbedire» alle disposizioni degli organizzatori nel rifiutarsi di parlare con la stampa. Altri, nonostante la manifestazione fosse contro la legge 194, se ne sono usciti dicendo che «i mussulmani se ne devono stare a casa loro perché vogliono riempirci di mussulmani ed uccidere i bambini. Le nostre preghiere hanno fatto arrivare Fontana, Pillon e Salvini. E questa è una grazia». Intanto dal palco si diceva che: «l'aborto è più grave dello stupro».
Si passa così alle mozioni con cui la Lega ha finanziato con denaro pubblico i gruppi pro-profit che vogliono vietare l'aborto.
E tra i soci di Fontana e i leghisti ex forzanovisti, si arriva ad un Matteo Castagna che, sempre attraverso il partito di Salvini, vorrebbe ridefinire la "famiglia" come una società «finalizzata alla procreazione e quindi al mantenimento della specie». E Castagna dice che lui vorrebbe vietare aborto e divorzio perché «quando una coppia decide di sposarsi davanti a Dio deve sapere cosa fa e il nostro signore Gesù Cristo ha fondato il matrimonio indissolubile». Dice anche che «le femministe vogliono sovvertire il diritto naturale perché la donna è prima di tutto moglie e madre».

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