Anche a Treviso arriva la mozione anti-gay e anti-aborto


Su proposta dal consigliere di maggioranza Vittorio Zanini (Lista Zaia) anche a Treviso arriva una mozione anti-gay e anti-aborto di stampo integralista. Lo scopo è quello di proporre una serie di iniziative per «prevenire» l’interruzione volontaria di gravidanza senza parlare di educazione sessuale o di preservativi, unito al solito attacco alle famiglie omogenitoriali che viene "argomentato" col ritornello sul fatto che, a loro dire, «i figli hanno diritto ad un padre maschio e ad una madre femmina, e che sono il frutto di un atto d’amore reciproco tra uomo e donna».
Ricorrendo ad un tentativo di ridefinire la famiglia in chiave eterosessuale, la mozione mira a sostenere che non si debba considerare alcuna famiglia che non preveda un rapporto sessuale tra un uomo e una donna. E a sottolineare come la mozione miri a promuovere l'ideologia della lobby di Gandolfini, il testo si apre raccontando che «la vita deve essere salvaguardata e protetta dal suo concepimento fino alla morte» esattamente com'è solito ripetere Toni Brandi o il leghista Simone Pillon.
Si passa così a sostenere che si debba rifiutare l'eutanasia, l'aborto, il testamento biologico e ogni altro diritto sia sgradito al fondamentalismo E non manca neppure il sostenere che ai bambini in età prescolare andrebbe insegnato che l'aborto sarebbe sbagliato. La mozione prevede anche un tavolo permanente composto da associazioni legate all'integralismo cattolico, incaricate di avviare progetti atti a prevenire l’interruzione volontaria di gravidanza.
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