Il 1° giugno scenderà in strada il primo Pride di Alessandria


La città di Alessandria sarà il terzo comune piemontese ad ospitare un Pride. La prima edizione si terrà il 1° giugno, dando voce e forza alla richiesta di uguaglianza avanzata da una comunità che da secoli è vittima di oppressione e discriminazione
«L’evento è oggi ancora necessario -spiega Stefania Cartasegna, tra le promotrici dell’evento- anche perché nel 2019 sono già stati segnalati una quindicina di casi di violenza omofobica. In Italia dal 2012 a oggi si sono verificati 700 casi di omofobia, violenza e omicidio. Dunque viviamo in un Paese democratico dove è possibile essere se stessi ma dove, alla fine, i fatti raccontano altro. Il Pride deve essere fatto ad Alessandria e deve essere fatto ovunque perché è un modo per poter veramente parlare di integrazione, di vicinanza, di pregiudizi e discriminazione. Probabilmente un giorno non sarà necessario farlo ma in questo momento storico, di oscurantismo, è fondamentale parlare di diritti e uguaglianza».
Se è facile immaginare che il senatore Pillons starnazzerà contro la manifestazione e Belpietro se ne uscirà con un qualche titolo mistificatorio, l'annuncio è stato ben accolto dalla comunità locale. «Stiamo ricevendo una risposta straordinaria dai cittadini e dagli enti -aggiunge Cartasegna- tant’è vero che partiremo con un pre-pride da aprile in avanti, fino al culmine della parata organizzata per il primo giugno. Saranno coinvolte tantissime persone e il tema sarà l’intersezionalità. Parleremo di disabilità, etnia, donne, di identità di genere e anche di età perché la discriminazione purtroppo comprende molti ambiti».
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