Niente teatro a don Ciotti, il Comune di Oderzo teme possa parlare di migranti senza un «contraddittorio» di stampo leghista


Comune di Verona e Regione Veneto non hanno esitato a patrocinare i comizi di Forza Nuova o i concerti nazi-rock dell'ultra destra. La Lega ha persino concesso Montecitorio al presidente di Christux Rex dopo le sue blasfeme preghiere contro gay e migranti, forte dei coi convegni in cui ha portato sul palco una Silvana De Mari pronta a giurare che San Giuseppe fosse un'invito alla libera vendita di armi voluta da Salvini. Eppure la giunta di Oderzo si è affrettata a negare il suo patrocinio e l'uso del teatro comunale Cristallo a don Luigi Ciotti, temendo potesse parlare di accoglienza verso i migranti. E dato che Salvini è stato chiaro suol fatto che lui non vuole si possano citare gli inviti all'accoglienza di Gesù dato che lui predilige un "cristianesimo" secondo Cascioli in cui i Vangeli siano usati esclusivamente come arma di offesa al pari di com'è solita fare l'Isis col Corano, ecco che la sua gente esige sia fatto divieto esprimere opinioni contrarie alla convenienza personale del loro "comandante".

A denunciare i fatti è stato un un volontario del'Unione italiana ciechi che sul suo profilo Facebook ha scritto: «Mi informano che a Oderzo è previsto un intervento di don Ciotti. Gli organizzatori hanno chiesto alla giunta il patrocinio dell'evento e l'uso del principale teatro pubblico. Il sindaco ha preteso, per concedere patrocinio e spazio, un'assicurazione scritta del relatore che non avrebbe affrontato temi relativi a migranti e simili. Naturalmente, l'impegno non è stato firmato. E così l'evento si svolgerà sì, ma senza patrocinio e in un altro spazio privato».
Il sindaco Maria Scardellato (nella foto insieme a Salvini) ha replicato: «Non ho mai preteso assicurazioni scritte dai relatori. Per dare qualsiasi patrocinio devo avere assicurazione (anche verbale) dagli organizzatori che l'incontro non avrà risvolti politici, nel qual caso sarebbe necessario un contraddittorio».
Un contraddittorio che pare non sia richiesto quando Gandolfini defeca la sua propaganda omofoba, quando Salvini patrocina i raduni di chi ha cercato di introdurre la pena di morte per i gay ugandesi o quando i neofascisti invadono le sedi istituzionali. Ma ormai sembra di vivere in un regime basato sull'ideologia del leghismo, in cui il semplice dire che tutti gli uomini sono uguali o che tutti dovrebbero avere pari dignità è un atto  rivoluzionario davanti a chi vorrebbe reprimere qualunque dissenso al pensiero unico di "comandante" che cerca voti promettendo la "difesa della razza".
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