Aldo Maria Valli (vaticanista del Tg1) paragona l'omosessualità ad un «agente patogeno»


I fondamentalisti cattolici hanno provato in ogni modo a tramutare il summit vaticano contro gli abusi sessuali compiuti dai preti in un pretesto per cercare di accostare pedofilia ed omosessualità.
Incurante ci come sia folle anche solo ipotizzare che si possa parlare di orientamento sessuale a fronte di abusi su minori, Maurizio Belpietro è arrivato a dedicare un'intera pagina del suo quotidiano ad un prete che era pronto a sostenere tale fesserie.
In fondo ci deve pur essere un motivo se Massimo Gandolfini, Filippo Savarese e il senatore leghista Simone Pillon lo hanno voluto premiare per essere stato il il giornalista che maggiormente ha contribuito alla loro propaganda anti-gay.

Ed è così che quella follia omofoba che sino a qualche anno fa risultava confinata nei blog di un qualche Adinolfi o di una Costanza Miriano è diventata un qualcosa di cui la gente pare non vergognarsi più. E non pare provare vergogna neppure quell'Aldo Maria Valli (vaticanista del Tg1) che sul suo blog personale dice che l'omofobia debba essere ritenuto un «agente patogeno». Ricorrendo ad un parallelo al limite del surreale, scrive:

Provate a immaginare un summit di agronomi. Convocati dal capo degli agronomi, arrivano da tutto il mondo e dicono di essere assai preoccupati. Alcune piante molto preziose, indispensabili per la vita sulla terra, si ammalano gravemente e in alcuni caso muoiono. La questione è dunque come curare le piante e soprattutto come mettersi al riparo dal pericolo, perché le piante non siano più colpite. Che si fa? Per prima cosa si cercano le cause, ma proprio qui nasce un problema. Gli agronomi sanno che almeno nell’ottanta per cento dei casi la colpa dell’attacco alle piante è di un certo agente patogeno (lo sanno perché lo dicono le indagini condotte in varie coltivazioni, ma anche in base alla loro esperienza diretta), eppure, per un tacito accordo, evitano accuratamente non solo di occuparsi di quell’agente patogeno, ma perfino di nominarlo.

Forse non soddisfatto del risultato ottenuto, due giorni più tardi il vaticanista ha pubblicato un nuovo articolo dal titolo "La sodomia? Peste che distrugge la la Chiesa. Parola di san Pier Damiani" in cui afferma:

Qualcuno ha notato che l’imbarazzante summit vaticano sugli abusi, molto attento a lasciare da parte la questione dell’omosessualità, si è aperto proprio nel giorno (il 21 febbraio) in cui la Chiesa cattolica ricorda san Pier Damiani, autore di quel Liber Gomorrhianus, in italiano Libro gomorriano o Libro di Gomorra, nel quale la sodomia è condannata con parole di fuoco.
La circostanza, del tutto ignorata dagli organizzatori del summit, ci spinge a dare un’occhiata a quanto scriveva il santo teologo, vescovo e cardinale, vissuto dal 1007 al 1072 e proclamato dottore della Chiesa nel 1828.
Sentite. “Questa pestilenziale tirannia di Sodoma rende gli uomini turpi e spinge all’odio verso Dio; trama turpi guerre contro Dio; schiaccia i suoi schiavi sotto il peso dello spirito d’iniquità, recide il loro legame con gli angeli, sottrae l’infelice anima alla sua nobiltà sottomettendola al giogo del proprio dominio. Essa priva i suoi schiavi delle armi della virtù e li espone ad essere trapassati dalle saette di tutti i vizi”.
E ancora: “Questa peste scuote il fondamento della fede, snerva la forza della speranza, dissipa il vincolo della carità, elimina la giustizia, scalza la fortezza, sottrae la temperanza, smorza l’acume della prudenza; e una volta che ha espulso ogni cuneo delle virtù dalla curia del cuore umano, vi intromette ogni barbarie di vizi”.
Di fronte a tale “peste” è necessario, spiega il santo, che la Chiesa intervenga con decisione quando la sodomia si diffonde tra i chierici.

Insomma, siamo nel 2019 e c'è chi chiede che siano fatti valere i pregiudizi del Medioevo, soprattutto se utili ad accomunare omosessualità e pedofilia con scopi politici.
5 commenti