Gli organizzatori del WCF rinnegano il proprio popolo: «Sono folli!»


Evidentemente Jacopo Coghe e Toni Brandi pensano che siano tutti deficienti. In un comunicato stampa, gli organizzatori del WCF Verona dichiarano che le interviste ai partecipanti non sarebbero rappresentative del loro pensiero. Scrivono:

Gli omosessuali vanno curati, sennò per loro c'è l'Inferno? Follie. Questo non è il pensiero degli organizzatori e ci dissociamo da chi strumentalizza una situazione ad alta densità mediatica per attirare le telecamere su temi che non sono in programma e non interessano il nostro dibattito. Non solo. Il nostro pensiero è ben diverso: non abbiamo nulla contro le persone omosessuali che rispettiamo e non sono al centro dei nostri temi. Diverso è sostenere la famiglia naturale che è il futuro della società per non finire in una nazione ospizio e siamo contro l'utero in affitto per proteggere i bambini e le donne schiavizzate" hanno dichiarato gli organizzatori del Congresso Mondiale delle Famiglie Toni Brandi e Jacopo Coghe.

Eppure Toni Brandi, organizzatore e presidente del WCF, non esitò a dichiarare che Renzi sarebbe bruciato all'inferno per l'approvazione delle unioni civili e non si è mai risparmiato dal promuovere chi dice che l'omosessualità possa essere "curata". In un loro articolo citavano alcuni degli slogan del WFC per sostenere:

Siamo tesi e preoccupati per la salvaguardia del creato, dell'ecosistema, della natura. Se avessimo la stessa tensione per “l'ecologia dell'essere umano”, per il rispetto della natura dell'uomo, della donna e della famiglia, saremmo tutti più felici. Le persone con tendenze omosessuali sarebbero più consapevoli di essere in una condizione con la quale certamente possono vivere dignitosamente, ma dalla quale, altrettanto dignitosamente, se vogliono, possono uscire e riscoprire, chissà – per dirla col poeta – “un no so che felicità nuova”.

E chissà non vogliano negare pure che se un tizio asseriva che «è scientificamente provato che l'omosessualità è un comportamento» è perché glielo ha detto quella Silvana De Mari che loro hanno voluto come relatrice.

Pare evidente che sotto i riflettori dei media non vogliano rendere pubbliche le loro vere rivendicazioni, ma un negazionismo così spinto è patetico. Quella è gente che loro hanno addestrati a quell'odio e che ora vorrebbero poter disconoscere perché mostra il loro vero volto.
E surreale è come se ne escano con le loro generalizzazioni contro la GpA ogni qualvolta non sanno più che dire, ergendosi a "difensori" di donne che non devono poter disporre del proprio corpo perché loro non vogliono e perché trovano profiquo creare confusione tra le donne sfruttate in Russia e l'autodeterminazione di donne canadesi.
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