Gli organizzatori del WCF sempre più patetici: ora tentano pure di riabilitare Smirnov


L'ufficio stampa di Provita Onlus continua a diramare comunicato stampa in cui si sostiene che i loro relatori non dovrebbero essere giudicati per i loro discorsi ma solo sulla base di quello che dicono quando vogliono passare per agnelli. In altre parole, Toni Brandi pare sostenere che un tribunale dovrebbe ignorare i fatti se l'imputato si dichiara innocente.
Capita così che amino spergiurare che qualunque notizia non sia stata validata da loro sarebbe una "fake news" dato che quel termina va di moda e probabilmente i loro seguaci manco sanno che significa. In quell'imbarazzante negazionismo tentano pure di riabilitare l’arciprete Dmitrij Smirnov attraverso un comunicato stampa in cui affermano:

«Il caso Smirnov è stato montato ad arte». Il Congresso Mondiale delle Famiglie, tramite il presidente Toni Brandi, fa sapere che l’arciprete Dmitrij Smirnov è stato invitato all’evento di Verona in ragione del suo incarico di Presidente della Commissione patriarcale per la Famiglia e la Maternità della Chiesa Ortodossa russa e membro del Consiglio Supremo della stessa Chiesa. In questa veste è stato più volte invitato a incontri istituzionali anche in Vaticano.
Dopo le costanti fake news pubblicate dai mass media sul suo conto, l’arciprete Smirnov ha inviato il seguente chiarimento: «Si sono prese delle parti dei miei sermoni estrapolate dal contesto e deformate. Ad esempio la frase sui cannibali e l’aborto. Io desidero che le donne siano felici e vorrei risparmiargli un dramma come questo. Combatto l’aborto anche con tenacia. Posso dire che nella mia Parrocchia non viene praticato e ci sono molte famiglie numerose, ad esempio per questa Pasqua attendiamo il decimo figlio di una famiglia. Uno dei miei scopi come sacerdote è insegnare alle persone che uccidere è sbagliato. Queste sono posizioni condivise da milioni di cristiani, musulmani ed ebrei nel mondo. In passato ho partecipato a riunioni insieme a papa Francesco e posso dire che abbiamo la stessa opinione sull’aborto».
Infatti ricordiamo che anche Papa Francesco recentemente ha utilizzato una immagine forte, quella del sicario, per descrivere la pratica abortiva.

Mostrandoci quanto amino cambiare il senso alle parole, Toni Brandi e Jacopo Coghe parrebbero ignorare che un caso viene montato ad arte se si costruiscono falsi indizi, non certo se basta consultare decine di fonti indipendenti in cui vengono presentati documenti ufficiali. Qui anche i quotidiani russi confermano molte delle accuse rimandando ai documenti della Chiesa ortodossa di Russia.
Ma non finisce qui, dato che il comunicato tenta di sfruttare l'aborto come mezzo per fregare il bigotto medio, così come non manca neppure una qualche estrapolazione di un discordo papale che possa cercare di attribuire al pontefice posizioni non sue. Insomma, l'unica cosa che pare essere davvero costruita ad arte è una difesa che manco si regge in piedi. Ancor più dato che Brandi e Coghe si sono dimenticati di spiegar perché il loro arciprete abbia chiesto allo stato di non occuparsi delle donne che sono vittime di violenze domestiche o anche modo possa dire che nella sua parrocchia non avvarrebbe ciò che accade in ogni altro luogo del mondo...
Ma forse non ha neppure senso perdere tempo a smentire le balle raccontate da quei due imbonitori che sono capaci di affermare che sarebbe «per la vita» che bisogna lapidare a morte i gay. Lo scrissero nel 2014 e le prime vittime potrebbero arrivare già dal 3 aprile prossimo.

E riguardo al loro ospite russo, forse basta anche solo ascoltare le sue stesse parole per capire chi stia davvero mentendo:

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