La Cirinnà presenta una mozione che chiede la revoca del patrocinio al World Congress of Families


Il cosiddetto "Congresso Mondiale delle Famiglie" è una manifestazione fondamentalista che mira a vietare l'omosessualità, l'aborto, i diritti delle donne e la pornografia. Promosso dal patriarcato di Mosca e dall'estrema destra evangelica statunitense, si tratterà della prima edizione mai organizzata in un Paese occidentale. E pare surreale che i leghisti Matteo Salvini (interni), Lorenzo Fontana (famiglia) e Bussetti (istruzione) sgomitino per prendervi parte in prima fila.
È contro questa vergogna che la senatrice Monica Cirinnà ha depositato in Senato una mozione che chiede la revoca di «ogni forma di patrocinio al World Congress of Families, che si svolgerà a Verona il 29, 30 e 31 marzo 2019».
La mozione definisce «oltremodo grave, nonché lesivo dei principi costituzionali e convenzionali» che governo conceda il patrocinio ad un evento «oche punta a diffondere una cultura di odio e discriminazione verso le persone lgbt+, oltre che a promuovere una concezione delle relazioni familiari astorica e fondata sulla subordinazione femminile».
A sottoscriverla, oltre ai senatori del Partito Democratico ed Emma Bonino, troviamo anche alcuni senatori del M5S.

Il WCF è classificato dal Southern Poverty Law Center e dall’Human Rights Campaign come «gruppo d'odio». Accompagnati dai tre ministri leghisti, porterà in Italia personaggi come Dmitri Smirnov (presidente della Commissione patriarcale per la famiglia e la maternità del parlamento russo, promotore della legge contro la cosiddetta «propaganda omosessuale»), Theresa Okafor (una politiva nigeriana che nel 2014 ha proposto una legge che criminalizza le unioni tra persone dello stesso sesso) o Lucy Akello (il ministro ombra per lo sviluppo sociale in Uganda che ha presentato al parlamento ugandese una legge che prevedeva la pena di morte per l'omosessualità).
Ed è surreale come quel Salvini che vuole legalizzare la prostituzione e che vanta molteplici famiglie create con svariate donne voglia proporsi come emblema della "famiglia tradizionale", presentandosi davanti a chi vuole condannare la pornografia dall'alto della sua posizione a sostegno del sesso mercenario.
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