La Fede Quotidiana insulta i 160 studiosi che contestano il WCF: «Sono tutti di sinistra e radical chic»


Cosa fare se 160 accademici di fama internazionale sbugiardano la propaganda su cui si basa un convegno integralista organizzato dal patriarcato di Mosca al fine di ridefinire la famiglia in chiave patriarcale e misogino? I fondamentalisti de La Fede Quotidiana devono aver pesato che che l'insulto gratuito e la diffamazione fossero il modo migliore per cercare di difendere le menzogne che sono soliti raccontare contro la vita, contro le famiglie e contro i bambini.
L'attacco del sedicente sito "cattolico" è contenuto in un surreale articolo intitolato "Verona, 160 professori universitari di sinistra e radical chic contro il Congresso Mondiale della Famiglia". Il motivo dell'insulto è presumibilmente un tentativo grottesco di scimmiottare la dialettica del loro dio Salvini unito alla loro rabbia per chi ha osato portare dati oggettivi contro la loro propaganda.

Sprecandosi nell'uso di virgolette che tolgano dignità ai titoli accademici e sostenendo che la il catechismo della Chiesa Cattolica avrebbe più valore scientifico della realtà scientifica, scrivono:

Però, in contrapposizione al principio fondamentale che si dovrebbe vivere nel mondo accademico, vale a dire la libertà d’espressione e il divieto di critica preventiva ai fatti che ancora devono accadere, i “sapientoni” criticano il convegno perché “vuole intervenite su argomenti come l’aborto, il divorzio e l’omossessualità non in quanto idee e convinzioni personali, ma poichè tali convinzioni”, spiega il documento, “vengono affermate come fondate scientificamente, quando in realtà la ricerca internazionale non è mai giunta a questi esiti e li ha invece smentiti in diverse circostanze”.
Nel documento gli “scienziati” criticano tra l’altro la posizione antiscientifica sul creazionismo. E poi c’è tutto il capitolo sulle libertà individuali che viene criticato, in particolare la “convinzione” che il lavoro fuori casa della donna sia una delle cause del declino demografico.
I professoroni firmatari del documento bocciano anche le affermazioni sull’aborto (considerato dalle associazioni che promuovono il Congresso un omicidio, come insegna la Chiesa Cattolica) quando, invece, dicono i docenti veronesi “è pratica prevista e regolata dalla legge, ed è alla base della tutela della donna”.
Bocciata anche la posizione delle associazioni promotrici del Congresso sui temi del riconoscimento di diritti civili a configurazioni familiari non convenzionali e alle persone che manifestano diversi orientamenti sessuali e identità di genere.

Per quanto gli organizzatori giurino su Dio che il loro convegno non sarebbe «contro nessuno», pare curioso che tutti i loro supporter diano per scontato che l'obiettivo sia proprio quello togliere diritti alle donne, ai gay e alle persone che non rientrano nel modello di "arianesimo" teorizzato da Massimo Gandolfini.

L'infame articolo prosegue nelle sue mistificazioni, arrivando a parlare del presidente dell'organizzazione Scienza & vita (che da anni promuove il fondamentalismo in Italia) quasi si trattasse di un professionista super partes e non di uno dei relatori al convegno:

Un giovane sociologo, il dottor Giuliano Guzzo, ha commentato su Facebook: “Docenti e ricercatori dell’università di Verona, con la solita raccolta firme che sa tanto di conta tra illuminati, si sono schierati contro il Congresso mondiale delle famiglie. Così, senza neppure ascoltare quanto verrà detto: a prescindere. Sono sempre più convinto che, se c’è una possibilità di ragionare con la propria testa, essa oggi sussista non grazie ma nonostante la laurea”.

Si passa così alla solita macchina del fango, infarcita dalla loro promozione della destra come volere di un Dio che loro sostengono sarebbe molto amico dei fascisti:

Non è la prima volta che docenti di sinistra e radical chic dell’Università di Verona si rendono protagonisti di azioni censorie e vendette culturali e politiche su chi non la pensa allo stesso modo.
Uno studente di storia contemporanea, nonché avvocato e consigliere comunale, Andrea Bacciga, era stato attaccato sui social dal suo stesso docente. Il tutto era iniziato il 17 settembre scorso quando il professore di filosofia politica, Lorenzo Bernini, ha condiviso un post del sito di informazione locale Verona Sera su un convegno sui diritti degli immigrati omossessuali. A questa condivisione è seguito il commento di un altro docente dell’ateneo scaligero, Gian Paolo Romagnani, che, in pieno sdegno con la partecipazione di attivisti dell’estrema destra veronese, conferma la presenza anche di Bacciga al convegno descrivendolo come uno “non di Forza Nuova ma forse un po’ peggio”. In quell’occasione ha aggiunto con tono intimidatorio il docente di storia “io aspetto al varco a fare l’esame con me”. In quell’occasione immediata era stata la reazione di altri esponenti della politica di centro-destra veronese.

Tornando a citare i relatori del convegno, il sedicente sito cattolico insiste nella sua diffamazione di un professore come mezzo per sostenere che l'intero ateneo veronese sia composto da idioti dato che loro credono nella pseudo-scienza di quel leghista Pillon che va in giro a giurare su Dio che la stregoneria esista e che il femminicidio sia un'invenzione della sinistra:

I consiglieri leghisti Vito Comencini e Alberto Zelger aveva difeso lo studente pronunciandosi a difesa del diritto di esprimere liberamente la propria fede politica.
Il sindaco di Verona, Federico Sboarina, aveva affermato: “Non è accettabile che un docente universitario discrimini uno studente sulla base delle simpatie politiche”.
Romagnani, d’altro canto, ha minimizzato il tutto soffermandosi sul fatto che la sua non era una presa di posizione intimidatoria ma, più che altro, un tentativo di motivare il giovane a fare di meglio. Anzi, il docente si è concesso la libertà di “tranquillizzare” il pubblico spettatore promettendo un 30 e lode nel caso Bacciga avesse svolto un esame coi fiocchi. Malgrado tutto, nei giorni seguenti l’accaduto, Bacciga ha deciso di abbandonare l’ateneo denunciandone la mancata tutela del diritto allo studio.

Insomma, basterebbe leggere questo rantolo d'odio per capire che La Fede Quotidiana si pone come un sito che abusa della credulità popolare per fare politica a sfregio di quel Gesù che amano citare mentre giocano a fare i mercanti nel tempio.
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