La figlia di Gandolfini a Verona per contestare l'idea di "famiglia" teorizzata dal padre


Pare abbastanza surreale che il fondatore di una organizzazione chiamata "difendiamo i nostri figli" sia un tale che propone un'idea di "famiglia" contestato persino da sua figlia.
Eppure Maria Gandolfini si è messa in viaggio verso a Verona per contestare il congresso organizzato dal padre (il neocatecumenale che ama presentarsi come il leader del "family day") al fine di imporre la sua idea di "famiglia" agli altri.
In un'intervista rilasciata a Radio Capital, ha spiegato di essersi separata a 18 anni dopo essersi sposata in chiesa «come voleva mio padre». E forse ciò ci spiega perché Massimo Gandolfini appaia quasi ossessionato nel suo chiedere che ai genitori venga permesso di poter disporre a proprio piacimento della prole in nome di quella che lui sostiene sarebbe la «priorità educativa della famiglia». E chissà che non sia per impedire che i figli possano sviluppare opinioni non conformi al volere del padre che esulta ogni qualvolta riesca a sabotare un qualche corso di educazione al rispetto nelle scuole... fatto sta che sua figlia pare non volerne sapere di piegarsi alla sua ideologia.
«Sono qui a testimoniare che l'amore non ha colore, non ha razza e non ha sesso –ha dichiarato– a una coppia che si ama veramente, anche se di razza o sesso diverso, perché non si deve dare un figlio? Che siano due uomini, due donne, un pachistano e una cinese, perché non si dovrebbe dar loro un figlio?».
Riguardo ad altre rigide posizioni espresse dal padre, si domanda anche: «Perché io dovrei morire tra le fiamme dell'Inferno perché mi sono separata e perché lui dice che il primo decreto della famiglia si basa sul matrimonio? Ma perché deve valere solo quello in chiesa e quello fuori no? Io sono contro tutto questo, che per me è Medioevale ed è inconcepibile nel 2019».

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