Maurizio Belpietro cavalca la transofobia per promuovere il convegno dell'amichetto Brandi


Prosegue il sodalizio tra Toni Brandi e Maurizio Belpietro, guardacaso impegnatissimo nel promuovere l'abominevole convegno integralista organizzato dal suo amichetto forzanovista.
Da anni impennato nel promuovere la bufala «gender» e nel sostenere che i diritti delle minoranze debbano essere visti come una privazione ai privilegi dell'élite leghista, il direttore de "la verità" è solito basare la sua dialettica dell'odio sulla creazione di contrapposizioni fittizzie e sul parlare sempre di generiche terze percorsone che dice vorrebbero «imporrci» qualcosa.
È una didattica che serve a far leva sui sentimenti di pancia, capace di proporre qualunque aberrante ideologia voglia il direttore. «Vogliono imporci i gay». «Vogliono imporci gli islamici». «Vogliono imporci di diritti delle donne», sbraitano come un disco rotto in modo che la gente sia incentivata a dare libero sfogo alla propria rabbia.


Prendiamo un articolo pubblicato domenica scorsa. Un farmaco che ritarda lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari negli adolescenti con disforia di genere viene spacciato per un «farmaco trans». Si sbraita che "qualcuno" lo avrebbe approvato ed imposto, quasi giocassero a far finta che non ci sia il loro amatissimo Salvini al governo.
Si fa terrorismo, nell'incuria del benessere dei ragazzi, ma ci si affretta anche ad affiancare due fotografie decontestualizzate: quella Monica Cirinnà che i loro lettori odiano perché rispettosa verso i gay e un Lorenzo Fontana che viene promosso attraverso il ricorso al gioco della falsa contrapposizione. E già nel sottotitolo tirano in ballo il World Congress of Families, un evento integralista organizzato da Toni Brandi e Jacopo Coghe che vedrà duchi, nigeriani e russi impegnati nell'imporre il loro modello di "famiglia" patriarcale agli italiani.

A quel punto riparte il gioco della contrapposizione, con il quotidiano di Belpietro che pare voler assicurare che avesse ragione Adolf Hitler a sostenere che non possa esistere alcuna convivenza. In altro modo non si capirebbe da dove nasca il loro sostenere che la famiglia cosiddetta "tradizionale" debba impedire che sia data pari dignità alle famiglie non tradizionali, così come Costanza Miriano non deve accontentarsi di vivere in sottomissione al maschio ma deve imporre quelle limitazioni alle altre donne.
Ricorrendo sempre e costantemente alle contrapposizioni e spergiurando definizioni false che vengono sistematicamente messe nella bocca delle loro vittime in un atteggiamento che ricorda la propaganda nazista contro gli ebrei, scrivono:


Se fra le righe si spiega che il WCF propone un modello di famiglia patriarcale in cui non ci sia posto per qualunque famiglia non sia eterosessuale o in cui la donna non sia sottomessa al marito, è ricorrendo ad una negazione della verità che il quotidiano tenta di usare una bieca ironia per negare l'innegabile e difendere l'indifendibile:


Lo scopo è ovviamente politico, motivo per cui il quotidiano sia affretta ben presto ad incanalare l'odio creato contro i senatori democratici che non prenderanno parte all'evento come il loro Salvini. E non si tarda neppure a sostenere che la cosiddetta "famiglia tradizionale" debba essere ritenuta "naturale" in virtù di come loro assicurano che sarebbe la «biologia» a stabilire che il loro Massimo Gandolfini debba poter adottare manciate di figli data l'infecondità del suo rapporto matrimoniale mentre una coppia gay debba essere esclusa dalla genitorialità solo perché Gandolfini non vuole possano avere figli:


In difesa dalla Arkello, il quotidiano di Belpietro dice che si dovrebbe far riferimento alle sue stesse dichiarazioni in cui dice che lei non era parlamentare quando quella legge venne discussa. Ed infatti è accusata di averla riproposta, non di averla scritta in prima battuta.
Belpietro assicura dunque che un qualunque processo dovrebbe essere interrotto se l'imputato si dichiara innocente dato che tanto basterebbe a scagionarlo dalle documentate accuse pubblicate da autorevoli quotidiani come il Guardian.
Poi, sempre con finalità politiche, l'articolo torna ancora una volta a vomitare odio contro gli avversari politi e  raccontare che il battersi contro le famiglie altrui o proporre la criminalizzazione dell'omosessualità sarebbe un modo per «difendere la famiglia». Ricorrendo ad una dietrologia imbarazzante, scrivono:


Ed ancora, si tira in ballo il loro sostenere che non si dovrebbe venire incontro ai bisogni degli adolescenti gay, lamentando come i vescovi non dicano niente. Evidentemente il quotidiano di Belpietro deve avere grandi problemi anche con il principio di laicità dello stato oltre che con quello che riguarda la pari dignità:


Immancabile è un trafiletto finale in cui si cerca di sfruttare l'odio contro l'omogenitorialità, vomitando insulti e accuse vergognose contro quelle famiglie che il congresso di Brandi intende distruggere. Un trafiletto che non è indifferente, dato che si pone come la riprova di come l'autore dell'articolo sappia bene che nessuno andrà là a raccontare qualcosa sulla sua famiglia, ma tutti saranno lì per vietare dignità alle famiglie che risultano non conformi al loro modello: un Salvini che rottama la moglie dopo aver ingravidato l'amante prima di iniziare a collezionare figli con compagne diverse a sfregio di quei dogmi religioso che non manca mai di titrare in balo quando c'è da giustificare una qualche discriminazione.

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