Secondo don Fortunato Di Noto, chi contesta l'agenda del WCF sarebbe un amico dei pedofili


Durante il convegno integralista organizzato dal leghista Roberto Maroni, un prete pedofilo è stato invitato a sedere nella fila delle autorità. Tanto basta a capire quanta malafede possa esserci nel cuore di quel don Fortunato Di Noto che cerca di sfruttare gli abusi sui minori come mezzo per promuovere il Wold Conference of Families di Verona.
Lo ha fatto dalle pagine di Provita Onlus, ossia l'organizzazione forzanovista diretta da quel Toni Brandi che siede nel consiglio direttivo del Wold Conference of Families (che è il nome di una associazione e non di un convegno come cercano di farci credere).
Il prete, che già in altre occasioni ha affiancato Massimo Gandolfini in una strenua promozione dell'omofobia, ha esordito sostenendo che chi parla di quella manifestazione nei termini di «caccia alle streghe, omofobi, medievali, estremisti, retrogradi» sia usando epiteti «al margine della calunnia e della diffamazione». Sarà, ma una Silvana De Mari che va in giro a sostenere che l'omosessualità sia un «comportamento appreso» che può essere «disappreso» o il prete ortodosso che difende i maschi che picchiano le loro mogli non paiono emblema di modernità.
Eppure don Noto parte per la tangente, raccontando che lui sarà lì «contro ogni forma di abuso sui minori, contro la pedofilia e la pedopornografia: una tragedia immane, globale, trasversale, criminale». Forse sarà così o forse ci sta mentendo, ma non si capisce con quale coraggio possa poi aggiungere: «Già, dimenticavo che anche questo è faccenda medievale e di caccia alle streghe».
Se l'ottavo comandamento invita a non dare falsa testimonianza, il sacerdote pare non curarsene mentre racconta che chi è contrario alle rivendicazioni politiche del forum sarebbe propenso a ritenere che il contrasto alla pedofilia sia «medioevale».

Buttandoci in mezzo pure l'aborto e ironizzando contro i generi sessuali, è sempre utilizzando il nome delle vittime di abusi che il prelato incalza:

Tanti tramano contro la vita nascente, contro la famiglia. L’abuso è abuso, è un reato ed è un peccato (per chi è credente), da qualunque e da chiunque lo commette: eterosessuali, omosessuali, transessuali, dai 70 e più gender e orientamenti sessuali. Spero siamo d’accordo e che non cadiamo nella lotta ideologica di chi sostiene altro e oltre.

Uno dei punti programmatici del manifesto politico del Wold Conference of Families prevede che i bambini siano istruiti a casa in modo da impedire possano venire a contatto con opinioni che li aiutino a sviluppare un pensiero autonomo che potrebbe anche risultare in contrasto con la volontà dei loro padri-padroni. E se don Noto dice di voler "difendere" i bambini dalla pedofilia, è davvero certo che impedendogli ogni possibile contatto con il mondo esterno li si possa aiutare nel momento in cui fossero vittime di abusi? Il buonsenso suggerisce di no.

La conclusione torna ad abusare dei bambini per promuovere un convegno che vuole vietare il sesso sicuro e il contrasto al bullismo, sostenendo che tali atti servirebbero a «difendere i bambini». Il tutto con un passaggio in cui il sacerdote pare persino voler sostenere che l'orientamento sessuale sarebbe «una scelta libera e consapevole»:

Ho imparato molto a rispettare le persone e le idee altrui. Ma ci sono delle distanze e credo anche delle differenze di come vediamo l’uomo, la famiglia, e le scelte “libere e consapevoli” anche dei propri orientamenti sessuali. Ci sono valori non negoziabili? Credo di sì. Testimoni e combattenti di buone battaglie. Dimenticavo: è un nuovo medioevo difendere i bambini. Già proprio dimenticavo.

Il sacerdote sarà uno dei relatori del convegno, tra l'ugandese che vuole sbattere in carcere i gay e il presidente del forum che ha contribuito alla legge russa che vieta ai bambini di poter essere rassicurati se non eterosessuali. Molti di loro si sono suicidati, ma don Noto non pare preoccuparsene mentre racconta che il bambino andrebbe «difeso» facendogli capire che sarà perseguitato e discriminato se non conforme ai distinguo decisi da Gandolfini.
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