Verona, in 100.000 contro il congresso che minaccia la famiglia


Un'ondata colorata ha invaso Verona contro chi vorrebbe riportare il nostro paese al medioevo. E se Matteo Salvini si è presentato con una maglietta della Manifest Pour Tous per dire che lui è dalle parte delle organizzazioni fondamentaliste finanziate da Putin, ancor più patetica è stata quella Giorgia Meloni che si è presentata in sala a raccontare balle e a sostenere che qualcuno avrebbe voluto censurare il suo congresso per impedirle di poetre espimere la sua opinione.
Eppure non è così. A nessuno frega nulla se lei ci tiene a sostener che sua figlia verrebbe meno delle sue coetanee in quanto concepita nel peccato attraverso un rapporto carnale avuto al di fuori del matrimonio, così come a nessuno frega nulla se Pillon vuole mettersi il silicio o si rifiuta si far sesso con sua moglie se il quel coito non è finalizzato al concepimento, quello che si contesta è che questa gente voglia teorizzare un nuovo arianesimo al fine di pretendere leggi che vietino agli altri di poter avere famiglie o affetti che non risultino conformi al volere di Gandolfini.
Qui non chiedono nulla per sé, qui chiedono che si abolisca il divorzio, la 194, l'eutanasia e le unioni civili. Saranno poi gli altri a dover soffrire, a non poter avere pari diritti o a essere emarginati in quanto Gandolfini non li vuole. E quella non è una libertà di espressione, è una violenza.
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