È stato condannato per diffamazione, ma Pillon insiste a mentite: «Io punito perché difendo la famiglia dai gay»


Dice che la diversità andrebbe annientata per legge, ma giura che «esprimere un pensiero diverso» mediante il ricorso a diffamazioni e bugie debba essere considerato sempre lecito. Lo sostiene il senatore leghista neocatecumenale Simone Pillon.
A seguito della sua condanna per diffamazione relativa alle falsificazioni e alle false affermazioni con cui descrisse l'attività svolta nelle scuole da un'associazione lgbt perugina, è negando il motivo reale della sua condanna (ossia le menzogne e non cerro le idee) che lui si auto-dochiara martire della causa omofoba. Lo fa solo dopo aver posto come premessa il suo spergiurare su Dio che se lui dice che i gay odierebbero la famiglia, tale asserzione dovrebbe essere recepita come una verità divina. Ed è così che sui social insiste nel voler dare falsa testimonianza:


Ovviamente non basta dire che l'odio contro i bambini e le donne servirebbe a «difendere la famiglia» perché lo dice lui. Anzi, stando ai fatti, sembrerebbe proprio lui quello che odia le famiglie dato che è quotidianamente impegnato in demoniaci tentativi di colpire la vita, gli affetti e i diritti civili di chiunque non risulti espressione dei suoi pruriti sessuali.
E se pensiamo a come Pillon piaccia ripetere che «la difesa è sempre legittima» quando si parla di sparare ad un uomo disarmato, surreale è come oggi imprechi vontro chi si è difeso in tribunale dalle sue calunnie.

In suo soccorso arriva il solito fondamentalista (o forse un troll dato che il senatore ha candidamente ammesso che lui paga con denaro pubblico dei tizi che scrivono odi al suo operato attraverso account falsi) che gli dice che non sarebbe stato sufficientemente feroce nel mentire contro i gay, invitandolo ad una ferocia sempre più inumana che neghi il principio di dignità delle persone. Forse neppure Satana sarebbe arrivato a tanto...
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