I catto-dem sabotano la legge contro l'omofobia: la loro modifica vieta di poter essere favorevoli all'omogenotorialità


Cosa c'entra la GpA con il contrasto all'omotransfobia? Nulla. Eppure i cattoleghisti e i neofascisti amano tirarla in ballo a casaccio dato che sanno che la pratica è ritenuta controversa dall'opinione pubblica quando ad accedervi non è una coppia eterosessuale. È quello il motivo per cui oggi non parlano d'altro dopo decenni in cui si sono totalmente disinteressati al tema.
Ad essere caduta nel loro tranello è anche la regione Emilia-Romagna, pronta ad infangare la proposta di legge contro l'odio omofobico attraverso un emendamento che tenta di introdurre il tema. Il tutto tentando di creare associazioni ideologiche che negano come la GpA sia una pratica a cui accedono prevalentemente coppie eterosessuali.

Nell’emendamento Boschini-Paruolo viene sanciti:

Dopo l’articolo 10 è inserito il seguente articolo 10bis:
All’art. 13 comma 1 della L.R. 6/2014 aggiungere punto f:
f) opera per prevenire e sostenere il contrasto, nell’ambito delle proprie competenze, anche avvalendosi della rete di protezione sociale di cui all’art. 11, di ogni forma di sfruttamento della donna e violazione della dignità della persona, con particolare riferimento a violenza sessuale, abuso di minori, sfruttamento della prostituzione, maltrattamenti in famiglia, stalking, surrogazione di maternità.
All’articolo 13 della L.R. 6/2014 aggiungere il comma 3:
La Regione non concede i contributi di cui alla presente legge ad associazioni, anche se regolarmente iscritte nei registri regionali, che nello svolgimento delle proprie attività ledano la dignità della donna e delle persone relativamente alle lettere di cui al comma 1; qualora i contributi siano già stati concessi provvede alla loro revoca.

Propinate come verità rivelate le opinabili teorie di Pillon sul fatto chegarantire la libertà di scelta delle donne sarebbe contro la loro dignità, la norma mira anche a vietare ogni opinione che non condanni le famiglie gay.
Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha commentato: «La legge sull'omotransfobia è un traguardo fondamentale e va approvata. Tuttavia non condivido l'accordo trovato nel gruppo Pd regionale, arrivato attraverso un emendamento a un'altra legge [...] È discutibile equiparare tout court la maternità surrogata alla violenza sessuale. In ogni caso non mancherà il sostegno del Comune di Bologna alle famiglie arcobaleno».
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