Il leghista Pillon ci spiega che la libertà personale sarebbe contro la famiglia


Ormai intenzionato a scimmiottare il bullismo del suo Matteo Salvini, il senatore leghista Simone Pillon ha tappezzato la sua pagina Facebook con messaggi volti a denigrare chiunque avesse osato contrastare il suo congresso volto alla ridefinizione della famiglia. E da prassi, davanti ai giornalisti piagnucolava che dei cattivoni non lo lasciassero parlare di come lui volesse fossero le famiglie altrui, mentre dentro l'aula prometteva ai presenti che ciò che veniva detto sul quel palco sarebbe stato imposto per legge.
Basterebbe questo a sottolineare l'ipocrisia di un tizio che vaneggia di fantomatici «pensieri unici» davanti a chi esprime contrarietà alle sue visioni medioevali. Eppure Pillon pretende di ricevere uno stipendio pubblico per dire sempre la solita frase, anche quando non c'entra nulla. Ed è così che nel suo inveire istericamente contro una cittadina, il leghista che scrive:


Davanti ad una donna che rivendicava il proprio diritto alla libertà personale, il leghista non solo se ne esce parlando di «pensiero unico», ma tenta pure di raccontare che chi si oppone alla sua ideologia «si oppone alla famiglia».
Basterebbe anche solo mezzo neurone per capire che la famiglia non aveva nulla a che vedere con quel suo congresso che mirava ad eliminare i diritti delle donne e dei bambini ma, anche se fosse, il tentativo di sostenere che chi si oppone a lui si opporrebbe alla famiglia è una propaganda che avrebbe fatto vergognare persino i nazisti.
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