Lo Stato Maggiore della Difesa attacca il regime di Salvini: «Un ministro non può alzarsi e ordinare qualcosa senza coordinarla tra i ministeri»


Questa volta non potrà dire che è tutta colpa dei «rosiconi» «sinistronzi» «dal rolex d'oro». Ad accusarlo di voler imporre un regime dittatoriale è lo Stato Maggiore della Difesa.
Mai nell'Italia repubblicana si era assistito ad una rivolta militare, dettata da quella abominevole ed inumana circolare contro i migranti che Matteo Salvini ha lanciato nella speranza di conquistare i voti di quei razzisti e neofascisti che lo vorrebbero come loro nuovo duce. Lo  Stato Maggiore della Difesa paragona quell'obbrobrio ad un atto degno di un «regime» dato che «un ministro non può alzarsi e ordinare qualcosa a un uomo dello Stato». Dicono che mai si era visto un ministro dell'Interno che pretendesse di imporre una direttiva di quel tipo senza coordinarla tra i ministeri competenti. E mai si era voisto un uomo dello Stato che risponde con arroganza che lui se ne frega perché l'Italia è cosa sua e comanda lui. Ogni sua più perversa pretesa deve essere ritenuta legge.
La realtà è che al governo pare non fregare nulla dell'Italia, a loro interessa solo confezionare slogan pubblicitari da potre elargire in vista delle Europee. E se Salvini vuole consacrare il suo spostamento verso l'estrema destra che nega l'Olocausto, deve far vedere che lui non ha remore nel sacrificare la vita altrui pur di sostenere che l'italico padano è il nuovo ariano. Lo fa senza che le leggi abbiano alcuna valenza reale, buttate lì perché così se ne potrà vantare in quegli spot elettorali che vengono riramati ventiquattr'ore al giorno nelle stazioni ferroviarie: «Modalità buonsenso attivata, vota Salvini», ripete mentre si vanta di aver promosso la diffusione di armi da fuoco giurando che ciò renderà il paese più sicuro.
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