L'Uccr torna a vendere la bufala dei bambini che modificherebbero identità di genere ed orientamento sessuale per emulazione


Forse qualcuno dovrebbe provare a dare una vita ai fondamentalisti dell'Uccr, dato che pare difficile comprendere quale profonda tristezza possa portare quelle persone a dedicare la loro intera esistenza a dire che chi non è come loro deve essere ritenuto "sbagliato". È un po' come quel leghista Pillon che vuole sentirsi dire che è stato bravo a trombarsi sua moglie, forse ignaro che sono 2,4 milioni di anni che ci sono uomini che fanno sesso senza sentire il bisogno di rompere le scatole agli altri.
In quel processo che vede i fondamentalisti odierni tutti impegnati nel dire che sarebbe il loro dirsi opinabilmente "cristiani" ad imporgli di dare falsa testimonianza contro il prossimo, è sotto la pubblicità di una crociera per gay che sul loro pubblicano un articolo intitolato "Bambini transgender, lo sono per influenza sociale: nuovo studio".

Citando una ricerca già ritirata in quanto priva di qualunque fondamento scientifico, esordiscono raccontando che i bambini non sarebbero transessuali ma si "direbbero" tali. È il preludio al negazionismo con cui dicono che le persone trans non esistano:

Sulla rivista scientifica PLOS ONE è stato pubblicato uno studio condotto da una docente della Brown’s School of Public Health University, Lisa Littman, in cui si esaminano le ragioni per cui sempre più bambini ed adolescenti dicono di essere transgender, una condizione nota come “disforia di genere ad insorgenza rapida”, e di come questo fenomeno sia oggettivamente in progressivo aumento rispetto al passato.

Parlando di Luxuria al maschile per ostentare la loro smisurata transfobia, è in una dialettica populistica che si lanciano nel raccontare che la transessualità si "insegna" e che loro non sarebbero transessuali solo perché il prete gli ha detto che era peccato:

Qualche giorno fa il transessuale Vladimiro Guadagno (Luxuria) ha insegnato ad alcuni bambini di 9-12 anni, all’interno di un programma televisivo, di essere nato femmina nonostante il suo corpo biologico maschile. Si nascerebbe così, dunque, tanto che si moltiplicano gli appelli a bloccare immediatamente la pubertà dei bambini che “si dichiarano” trans, già a partire dai 10 anni.
Una decisione a dir poco controversa anche considerando che gli studi mostrano, quasi all’unanimità, che il 60 – 90% degli adolescenti che si dichiara “trans” cambia idea una volta giunto alla vita adulta, smettendo di identificarsi in tale modo.

Non è proprio così. Ma il fatto che anche Silvana De Mari abbia usato la stessa falsificazione per sostenere che non ci sarebbe differenza tra un transessuale o una disforia di genere è evidenza di come quella bugia sia entrata a far parte del repertorio propagandistico del fondamentalista. Sarebbe come osservare che la quasi totalità degli adolescenti maschi ha una fase in cui si prova interesse per un confronto con persone del proprio sesso per sostenere che li si debba ritenere gay che sono "diventati" etero. Insomma, una follia.

Omettendo si raccontatore che la ricerca è stata scredita dato che l'autrice ha preso dei singoli bambini e li ha collocato in una comunità transessuale in cui c'era diffidenza per chi veniva dall'esterno, è ricamando farneticanti tesi pseudoscientifiche che scrivono:

La ricerca scientifica su PLOS ONE, pubblicata quest’estate, ha smentito la tesi del “si nasce così” suggerendo che bambini ed adolescenti diventano transgender a causa della pressione e dell’influenza sociale, non perché nati in quel modo. La disforia di genere tra gli adolescenti, ha scritto la Littman, « si verificava nel contesto dell’appartenenza ad un gruppo di pari dove uno, più o anche tutti gli amici iniziavano a soffrire di disforia di genere e si identificavano come transgender durante lo stesso periodo di tempo». In altre parole, questi adolescenti si dichiaravano transgender per emulazione sociale dei loro amici.
Per quale motivo i loro amici improvvisamente dichiaravano la loro confusione sessuale? Anche a questa domanda è stata trovata una risposta: «I genitori di questi adolescenti riferiscono anche che i loro figli hanno mostrato un aumento dell’uso dei social media e di internet poco prima di dichiarare di avere un’identità transgender», ha scritto l’autrice. 

Per fare un esempio, sarebbe come sostenere che se molti adolescenti gay si fingono etero perché temono di essere discriminati, allora significa che basta discriminare i bambini perché siano etero. Non è così, anche se i signori dell'Uccr lo spergiurano.
E spergiurano anche che lo studio sarebbe valido e che sia stato ritirato solo perché i gay non si lasciano dire che sono "malati". Ricorrendo al loro solito vittimismo, piagnucolano:

Lo studio ha infiammato l’opinione pubblica statunitense in quanto smentisce apertamente, per l’ennesima volta, le convinzioni della comunità Lgbt. Come sempre accade, la furia dei social e molti attivisti transgender hanno addirittura chiesto che la ricerca venisse ritirata e fosse comminata una sanzione all’autrice, così la rivista Plos One ha annunciato un’indagine sulla metodologia utilizzata e la Brown University ha cancellato dal suo sito web il comunicato stampa che annunciava la pubblicazione della ricerca.

Si passa al capitolo della diffamazione. Raccontando una storia falsata per essere utile ai loro scopi propagandistici, affermano:

A volte non è solo un tentativo di emulare la confusione identitaria degli amici, ma possono essere anche gli stessi genitori ad influenzare gli adolescenti a identificarsi come “nati in corpi sbagliati”. E’ di pochi giorni fa la notizia che una coppia di transessuali inglesi ha annunciato che aiuterà il figlio adottivo di 5 anni nella sua transizione da ragazzo a ragazza.

In realtà nessuno ha mai parlato di operazioni, ma si tratta semplicemente di un bambino che si vuole vestire da bambina. Il padre (un ragazzo transessuale) ha spiegato che lui non l'ha influenzata dato che sua figlia non sa nulla del suo passato e per lei è semplicemente papà.
Questo è quanto si evince dall'articolo da loro citato, mentre su The Sun troviamo la storia di come alcuni fondamentalisti avrebbero riscritto la realtà dei fatti per aggredire violentemente quella famiglia. Evidentemente l'Uccr pensa di poter mentire perché difficilmente i loro lettori cercheranno prove che smentiscano chi sta legittimando la loro omofobia.
Ed ancora, è ripescando la teoria della signora De Mari sul fatto che l'omosessualità dovrebbe essere ritenuto «un comportamento», è cercando di fare terrorismo che concludono:

L’emulazione del comportamento dei genitori è un fenomeno segnalato anche nelle coppie omosessuali: Archives of Sexual Behavior ha mostrato che le adolescenti sono più propense ad adottare un comportamento omosessuale e ad identificarsi come bisessuali, rispetto alle figlie di genitori eterosessuali. Lo stesso fenomeno è stato osservato in ricerche nel 2009, nel 2006 e nel 2001.

Ovviamente si tratta di ricerche commissionate da enti religiosi che sono state già screditate o di dati che loro hanno manipolato per sostenere tesi assai diverse da quelle reali.
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