Nella Russia, patria degli anti-gender e delle leggi sulla propaganda omosessuale, la famiglia è in declino


Ormai pare assodato che i diritti delle persone lgbt non siano inversamente proporzionali a quelli delle "famiglie tradizionali" così come vorrebbero darci a bere gli integralisti. Un ennesimo esempio, sebbene molto doloroso, viene dalla Russia. Quel Putin così santificato dai reazionari ha varato alcune delle leggi che limitano la libertà delle persone LGBT, spacciandole per provvedimenti come "pro-famiglia" attraverso la psicosi del "gender". Secondo un sondaggio di Levada, oggi l’88% dei russi giudica l'omosessualità “riprovevole”, con un dato in netto rialzo rispetto ad anni fa. E, nonostante questo, l’ente pubblico di statistica Rosstat ha certificato che nel 2016 la Russia ha registrato il numero più basso di matrimoni dal 2004.
Secondo i sociologi, tra le cause del fenomeno, ci sarebbe il fatto che le coppie preferiscono convivere prima di sposarsi, sia per conoscersi meglio che per cercare solidità economica. Lo stesso si può dire sull'aumento di denatalità che secondo Zoya Bystrova, capo del dipartimento delle politiche giovanili di San Pietroburgo, deriverebbe direttamente dall'assenza di tutele per le unioni di fatto e la conseguente mancanza di sicurezza. Non è un caso che anche nella Russia di Putin sia capeggiata la possibilità d'istituire delle forme di unioni civili (naturalmente solo per etero) che, se in occidente sono state fatte per colmare un vuoto normativo nei confronti degli omosessuali, in Russia si prefiggono di fare da tappabuco.

Interessante notare come nella terra amata da Pillon per la repressione e da Salvini, per l'argomento che andremo a trattare, nel 2016 si sono registrati 895 divorzi ogni 1000 matrimoni. Fondamentale sottolineare come i paesi che per gli integralisti hanno smarrito la retta via come Spagna, Olanda, Francia ecc... hanno un tasso di divorzi infinitamente più basso (forse le mogli vogliono scappare dalla violenza domestica che è stata depenalizzata dal salvatore di tutte le Russie). Secondo Tatiana Popova, esperta di famiglia e infanzia dell’Obshcherossiyskiy Narodnyy Front (Fronte popolare panrusso), una specie di movimento fondato da Putin riunendo varie organizzazioni non governative a lui vicine ha riscontrato che spiega che molti divorzi sono dovuti al fatto che le donne spesso lavorano fuori casa e nel mentre devono anche badare ai figli da sole occupandosi delle faccende domestiche mentre gli uomini non fanno nulla, seguendo i modelli patriarcali e maschilisti esaltati dal regime. L’esperta però dà tutta la colpa alle donne stesse dicendo: “Oggi si osserva spesso un comportamento mascolino nelle donne: trattano gli uomini come bambini, ma poi si aspettano che loro le proteggano. Le donne si lamentano dei mariti che poltriscono sul divano, ma non gli danno l’occasione di prendere le loro responsabilità familiari”. Una dichiarazione vergognosa alla quale basterebbe anteporre (in chiave comica) "I Figli del Deserto" di Stanlio e Ollio dove appaiono normalmente donne emancipate che incalzano i mariti sfaticati per farsi aiutare nelle faccende domestiche (e stiamo parlando di un film del 1933 e se nel 2019 c'è qualcuno che si fa dare una lezione del genere beh, siamo alla frutta).

Marco S.
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