Salvini dichiara guerra ai bambini «confezionati in Africa» e chiede di incrementarne la produzione padana


Ci si può turare il naso davanti ad un ministro che preferisce occuparsi di farsi campagna elettorale piuttosto che svolgere il lavoro per cui pretende di essere pagato dagli italiani (peraltro ripetendo ossessivamente che lui vuole più soldi di quanti non ne guadagni Fazio), ma non si può accettare quanto teorizzato dal leghista durante il suo comizio di Cantù.
Segnando un punto di non ritorno, il leader leghista ha presentato una leghista che ha sfornato sei figli mettendosi a sbraitare che i bambini africani sarebbero bambini «confezionati dall'altra parte del mondo» in un ritorno alle teorie suprematiste del nazismo. E se si sostiene che dei bambini varrebbero meno di altri in virtù del luogo in cui sono stati concepiti, poi non c'è da stupirsi se il senatore Simone Pillon pretende si dia valore giuridico a quella che lui sostiene sarebbe la supremazia dei suoi coiti vaginali (che peraltro ci tiene a farci sapere vengano dispensati rigorosamente bareback a quella moglie da cui lui pretende totale sottomissione).
La retorica di Salvini mira a sostenere che i bambini africani non sarebbero persone, sono merce, sono oggetti. Non nascono, vengono "confezionati".
E se fosse solo "strategia" per non parlare dell'aumento dell'Iva, si sottolinerebbe la disumanità con cui la Lega cerca consensi tra razzisti, neofascisti ed intolleranti.

Nelle ore precedenti il "capitano" leghista ha affermato di essere occupato nel partugliamento del lago di Como alla ricerca di barconi con bombi svizzeri da poter affondare. Il tutto non senza dimenticarsi di dispensare «bacioni» quasi come se si divertisse un mondo a sfottere i razzisti che lo votano e che accettano di destinare denaro pubblico ad un tizio che è ossessionato dall'odio contro interi gruppi sociali.


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