Farmaci per trans introvabili. Arcigay: «Sistema sanitario inadeguato, così si lede il diritto alla salute»


Per quanto Pillon si impegni quotidianamente nel tentare di danneggiare la vita lgbt, al momento la setta di Gandolfimi non è ancora riuscita a vietare la transessualità. Per questo motivo appare gravissimo che la transessualità venga praticamente vietata attraverso la mancata fornitura di farmaci a base di testosterone.
Gabriele Piazzoni, segratario nazionale di Arcigay, denuncia: «Da mesi si registra una situazione intollerabile per le persone trans FtoM: la carenza di farmaci a base di testosterone indispensabili per il mantenimento del proprio stato di salute. La situazione, generata dalla carenza di quasi tutti i farmaci utilizzati, di cui solo uno recentemente è rientrato in circolazione (il Sustanon), è il combinato di diversi fattori strutturali che vanno risolti al più presto dal sistema sanitario nazionale, di cui sia le strutture sanitarie locali sia AIFA sono parte. Perché se è vero che i due farmaci ancora carenti, Testoviron e Nebid, sono entrambi prodotti e distribuiti da Bayer che è tecnicamente responsabile di questa situazione di carenza, è altrettanto lampante che qualcosa di strutturale non sta funzionando nel nostro sistema sanitario, che si sta rivelando evidentemente inadeguato, violando palesemente il diritto alla salute. Da una parte, infatti, c’è il problema dell’irreperibilità dei farmaci, dall’altra c’è quello dell’accessibilità ad essi sul piano economico, elemento connesso al tema più strutturale delle indicazioni terapeutiche attualmente previste per questi farmaci e quindi della rimborsabilità. Sulla prima questione, chiediamo innanzitutto ad AIFA e al Ministero di convocare Bayer per un’analisi congiunta delle informazioni che ha dato sulla carenza del farmaco e per conoscere eventuali nuovi elementi sull’evoluzione della situazione. Sono diventate ormai intollerabili sia l’incertezza sulla fine di questa emergenza, sia l’entità degli slittamenti attualmente già previsti, fenomeno che sembra essere soprattutto italiano. A questo punto non bastano più semplici informazioni, servono assicurazioni sull’effettivo ritorno in commercio dei farmaci senza ulteriori dilazioni. D’altra parte, non è accettabile che la maggior parte delle strutture sanitarie ad oggi non abbia già attivato i canali necessari per il reperimento di Nebid e di Testoviron dall’estero, a seguito della dichiarata autorizzazione da parte di AIFA a procedere in tal senso. Chiediamo dunque al Ministero, alle Regioni e alle strutture sanitarie locali di mettere in atto con urgenza tutte le azioni necessarie ad assicurare la tempestiva attivazione delle procedure di importazione dei medicinali presenti all’estero. Infine, questa emergenza ha fatto esplodere un problema strutturale che impatta da tempo sulla salute delle persone trans. Poiché la disforia di genere non rientra attualmente tra le indicazioni terapeutiche autorizzate di questi medicinali, nonostante essi siano indispensabili per il percorso di transizione sul piano terapeutico e della salute, siamo di fatto ancora fermi ad una situazione paradossale di parziale invisibilità delle persone trans per il sistema sanitario che scarica su di esse il costo di una inadeguatezza strutturale a garantire il trattamento terapeutico in modo equo: la situazione sulla rimborsabilità dei farmaci è infatti confusa e a macchia di leopardo sul territorio italiano. Insomma, oltre al tema contingente della irreperibilità dei farmaci, molte persone devono comunque letteralmente arrangiarsi in un sistema iniquo per avere comunque solo il trattamento minimo con terapie magari superate ma più accessibili economicamente, con lesione di fatto del proprio diritto fondamentale alla salute. Poiché AIFA ha già sul tavolo una richiesta di valutazione di inserimento di 11 farmaci usati per il trattamento della disforia di genere nelle liste dei farmaci rimborsabili per indicazione terapeutica diversa da quella già autorizzata, chiediamo che si dia priorità e urgenza a questa procedura».
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