Fratelli d'Italia giura che quella sarebbe una statua che ritrae «Satana col fallo eretto»


Potrà piacere o non piacere, ma l'unica certezza è che la statua inaugurata a Vergato ritrae un fauno. Eppure l'organo ufficiale di Fratelli d'Italia giura che quella sarebbe una statua che ritrae «Satana col fallo eretto».
Il loro mentire è ovviamente finalizzato a creare odio contro il Pd, così come è in una blasfema strumentalizzazione della religione cattolica che se ne escono sostenendo che il fine dell'opera sarebbe un «senso di non appartenenza alla comunità cattolica, il disprezzo della religione, il cattivo gusto, la volgarità dell’arte che si fa offesa e scandalo».

Eppure, ripetendo ogni tre parole che quello è un sindaco del Pd (forse perché quei pochi di Fratelli d'Italia sono tutti impegnati a sdoganare fascismo e razzino), tal Lucio Meo insiste nel giurare che quello è Lucifero:

Il senso di non appartenenza alla comunità cattolica, il disprezzo della religione, il cattivo gusto, la volgarità dell’arte che si fa offesa e scandalo. C’è tutto questo nella decisione del sindaco del Pd di Vergato, paesino in provincia di Bologna, di inaugurare in centro, con una cerimonia in pompa magna, una statua di Lucifero con il fallo eretto, lo zoccolo e l’occhio degli illuminati che porta sulle spalle un bambino aggrappato alle sue corna, con la base formata da Nettuno androgino con grandi seni. L’opera, “Inno a Satana“, costata 150 mila euro, un terzo dei quali soldi pubblici, è stata collocata nella locale Piazza Giovanni XXIII ed è stata inaugurata al pubblico, oltre che da una delegazione del Comune guidata dal sindaco Massimo Gnudi del Partito Democratico, anche con la presenza dell’artista che ha realizzato l’opera, Luigi Ontani, originario di Vergato.

In realtà quello non è Satana e quell'altro non è un bambino. Il fauno ritratto è il fiume Reno, che porta sulle spalle il torrente Vergatello, mentre il tritone alla base è l'Appennino. Eppure è cercando di sostenere che l'artista sarebbe blasfemo e pedofilo che l'organo di propaganda di Giorgia meloni dichiara:

Per l’avvocato calabrese, Giovanna Arminio, che ha denunciato il fatto sulla propria bacheca Fb, l’artista Ontani avrebbe ricevuto in passato diverse onorificenze, perfino da Mattarella, anche rappresentando altre opere blasfeme, come un Gesù che allatta, con una “particolare attenzione ai ragazzini nudi”.

Ormai siamo oltre alla propaganda. Qui siamo alla follia e alla blasfemia di chi stupra il nome di Dio per dare falsa testimonianza in suo nome. Ammesso e non concesso che la signora Meloni creda davvero in Dio e non lo dica solo per un mero ritorno elettorale, forse qualcuno dovrebbe avvisarla che qui è ben oltre il peccato capitale...

Poi, quasi ambendo ad un'emulazione dei talebani che hanno distrutto le opere d'arte a loro sgradite, l'articolo si conclude con un'ode al fondamentalista Pillon:

Di fronte alle foto di quella statua, s’è scandalizzato anche il senatore della Lega Simone Pillon, secondo il quale “se per i crocifissi vogliono le tendine, io qui chiedo una colata di cemento per questa porcata”.

Ed un quotidiano che fa finta di dirsi stupito se Pillon fa polemiche sul nulla è un quotidiano che si scredita da solo. Pillon vive di polemiche e si nutre di patetiche teorie contro la libertà sessuale, davvero fanno finta di stupirsi se si sia precipitato sul primo pene eretto che gli è capitato a tiro?
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