La Nuova BQ attacca Greta Thunberg: «Curarsi dell'ambiente è blasfemia contro Gesù Cristo»


Il fondamentalista ciellino Riccardo Cascioli ha più volte tentato di sostenere che l'ecologia sarebbe un'ideologia e l'inquinamento non debba essere ritenuto un problema. Non stupisce, dunque, come il suo giornaletto integralista si sia affiancato a sovranisti e neofascisti in un attacco a Greta Thunberg.

In un articolo intitolato "Non abbiamo bisogno di guru, ma di testimoni di Salvezza", tale Costanza Signorelli scrive:

Ci vogliono imporre a tutti i costi una visione catastrofica del mondo, che potrà essere salvato solo da comportamenti ecologicamente virtuosi e sotto la guida di piccoli guru. Da menti ancora pensanti e da cattolici, abbiamo il dovere di dissentire. Il fenomeno Greta Thunberg è gravemente nocivo, soprattutto perché strumentalizza la gioventù che invece ha tanto bisogno di essere educata al Bene. I ragazzini salveranno il mondo? Niente affatto. Di Salvatore ce n'è uno solo e si chiama Gesù Cristo: parola di "giovani santi".

Se non è chiaro perché mai tirino in ballo Gesù Cristo quando si parla di salvare il mondo dall'inquinamento e dai danni ecologici provocati dall'uomo, è propinando le sue opinabili teorie come dogmi di fede che la donna incalza:

Se è chiaro che Greta Thunberg, come tutti, non s’è fatta da sé, è ancor più chiaro che il suo fenomeno mediatico sia gonfiato ad arte da chi sta usando una ragazzina non solo per difendere interessi di parte, ma per passare una precisa idea del mondo. E nonostante i media mondiali e i vari maitre à penser, la vogliano ergere a paladina (salvatrice?) del pianeta, facendo del male a lei per prima, rispetto a tale idea del mondo noi desideriamo dissentire, se ancora ci è concesso.

E certo! Lei dissente... Peccato saranno altri a morire se lei sversa i suoi rifiuti tossici nel water o se lascia il suv col motore acceso davanti alla culla dei suoi figli. Ed è ormai fastidioso il vittimismo con cui questa gente piagnucola che qualcuno negherebbe il loro "diritto al dissenso" mentre chiedono leggi che limitino i diritti altrui o mentre pretendono di poter danneggiare il futuro delle nuove generazioni solo perché a loro non gliene frega niente.

Sostenendo che il pianeta sarebbe una divinità da contrapporre a Gesù Cristo e che l'inquinamento non debba interessarci dato che loro vanno a messa (??), la donna si lancia nel sostenere che:

Il problema, infatti, sta qui e non si chiama Greta Thunberg, per quanto la ragazzina sia abbastanza grande da essere responsabile delle sue azioni. Il problema non sono nemmeno i giovani come lei che, viva Dio, hanno ancora dentro una scintilla per cui vorrebbero conquistare il mondo e renderlo un posto migliore. Il vero dramma siamo noi adulti che su questa scintilla vogliamo gettarci secchiate d’acqua. E che non siamo in grado di raccogliere questo desiderio del cuore, per educarlo e condurlo sempre più in là, verso la vetta del vero Bene. Il che, nel caso di Greta, basterebbe a domandarsi: ma davvero noi pensiamo che il problema del mondo sia il clima? È esattamente per i cambiamenti climatici che noi intendiamo dare la vita? E ancora: è nel dio-pianeta che noi crediamo?

Ed ancora:

Insomma, di fronte a tanto, se ancora ci è concesso, non possiamo non dissentire: è davvero questa la visione catastrofista del mondo che vogliamo consegnare ai nostri ragazzi? Una visione che vede nell’uomo la causa di ogni male e che proclama la salvezza dell’umanità in comportamenti ecologicamente virtuosi? È veramente questo il nostro modello di vita?

Non manca il sostenere che l'Europa sia cattiva perché si cura del futuro del Pianeta o che il Vaticano sbaglierebbe a non dire che basta pregare e poi si potrà inquinare come suini:

Ebbene, parrebbe proprio di sì. Non c’è consesso di potenti o assemblea di esperti, non c’è parlamento nazionale o Stato europeo che negli ultimi tempi non abbia ospitato e applaudito la piccola Greta, candidata di punta al prossimo Nobel per la Pace. E se il mondo laicista, si sa, ha i suoi idoli, stupisce che persino in Vaticano in molti l’abbiano additata come esempio da seguire. È dei giorni scorsi - per dirne una - l’uscita di padre Spadaro (direttore della Civiltà Cattolica) che ha twittato così: “Il mondo salvato dai ragazzini”, con il volto di Greta in primo piano.

Surreale è come la donna inizia a citare a casaccio dei bambini deceduti a seguito di tumori (forse provocati anche dal quell'inquinamento che lei non vuole sia combattuto). Scrive:

Ancora una volta, se ci è concesso, abbiamo il dovere di dissentire. Ma questa volta, il come e il perché ce lo insegnano per davvero dei ragazzini.
Manuel, 9 anni, salito al Cielo nel 2010 per un tumore osse [...] Manuel è un bambino che aveva solo 4 anni quando ha deciso di regalare tutte le sue sofferenze e la sua vita per la salvezza dei peccatori e del mondo intero. Per lui la salvezza del pianeta coincideva con la salvezza delle anime che voleva condurre tutte in Paradiso: così gli aveva insegnato Gesù.
David, 17 anni, salito al Cielo nel 2017 per un osteosarcoma al bacino. Prima di lasciare questo mondo, chiedeva questo: “Pregate molto, ma non affinché io guarisca, perché non è questo l’importante, ma perché sia fatta la Volontà di Dio. Perché se sarà fatta la Sua Volontà, qualsiasi cosa accada, anche la più brutta che si possa immaginare, io avrò vinto e nulla potrà essere meglio di così”. Per David non c’era catastrofe imminente, se non quella di perdere l’amicizia con il suo Signore e il suo Dio.
Giulia Gabrieli, 14 anni, salita al Cielo nel 2014 per un cancro alla mano. Poco prima di morire voleva lasciare questo messaggio a tutti i ragazzini come lei: “Vorrei fare qualcosa per i giovani che non hanno ancora conosciuto il grande amore per il Signore. Questi ragazzi del giorno d’oggi che sono autonomi e che pensano di non avere più bisogno del Signore [...]
Carlo Acutis, 15 anni, salito al Cielo nel 2006 per una leucemia fulminante. Nella sua breve e intensissima esistenza Carlo ripeteva: “La nostra meta deve essere l’infinito, non il finito. L’Infinito è la nostra Patria, perché da sempre siamo attesi in Cielo. L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo!”. Nella sua estrema concretezza, vitalità e intelligenza Carlo sapeva che non esisteva nulla che avrebbe potuto dare significato pieno alla vita se non Cristo vivo e vero. Quel Cristo che lui amava, adorava e incontrava tutti i giorni nell'Eucaristia, unica consistenza del mondo e dell'intera umanità.

Che c'entrano quei bambini con Greta? Parrebbero dimostrazione di come a loro piaccia vedere i bambini che muoiono e, chissà, magari è quello il motivo per cui plaudono alle iniziative del governo che rischiano di aumentare il numero di bambini che affogano tra le acque del Mediterraneo. Ma l'autrice dell'articolo se ne esce con tesi ben più patetica:

È vero, Giulia, Manuel, David, Carlo… così come tutti i "giovani santi" raccontati nel libro della Nuova BQ, “Il Chicco di Grano”, erano diventati dei piccoli grandi maestri di vita. I loro stessi genitori dicono che, dentro e fuori casa, erano come delle stelle da seguire, erano delle vere autorità. Ma questo era possibile per una sola e misteriosa ragione: questi ragazzini si erano totalmente abbandonati alla Volontà di Dio, tanto da poter dire come san Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me” (Gal, 2, 20). No, se questi piccoli santi fossero qui oggi rifiuterebbero con forza ogni visione catastrofista del mondo sapendo che esso è pieno e sorretto dalla Grazia di Dio Padre Onnipotente. E respingerebbero ogni merito o plauso, essendo assolutamente convinti che il Salvatore del mondo e della storia è uno solo e si chiama: Gesù Cristo, Figlio di Dio.

Chissà se davvero la signora Costanza Signorelli non avrebbe problemi a mangiare ortaggi provenienti dalla Terra dei Fuochi dato che si dice certa che l'inquinamento non è un problema perché lei pensa di credere in Gesù Cristo. Fosse coerente, dovrebbe abbuffarsi di pesce al mercurio o di prodotti radioattivi dato che così non idolatrerà il Pianeta così come dice farebbero i cristiani che si preoccupano della natura.
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