OMO due mostre innovative, un progetto culturale sull’identità LGBT+ a Genova


In occasione del Liguria Pride 2019, nella cornice del primo Village organizzato dal Coordinamento Liguria Rainbow ai Giardini Luzzati di Genova, saranno presentate due mostre - OMO-ART e OMO-STORY - che in modo diverso intendono valorizzare le 'presenze omosessuali' nell'arte e nella storia genovese e ligure.

OMO-ART – Omoerotismo e presenze LGBT+ nell'arte a Genova è un format originale, esportabile e adatto ad essere sviluppato nel tempo: un museo virtuale online e un catalogo cartaceo pensati per accompagnarci in una visita inconsueta e sorprendente nei musei, nei palazzi e nelle strade genovesi, e farci guardare con 'occhi nuovi' alcune delle opere esposte, riscoprendone la storia e il significato. Tre i criteri scelti per la 'riassegnazione' dell'opera in chiave LGBT+:

  • il suo carattere omoerotico (consapevole o inconsapevole che sia);
  • il tema esplicito;
  • il vissuto del committente o dell’artista.

Le opere selezionate per questa prima edizione sono venti e comprendono, fra gli altri, i nomi di: Guido Reni, Pierre Puget, Perin del Vaga, Salvator Rosa, Antonio Maria Morera, Bernardo Castello, Gino Grimaldi, Giulio Monteverde, Alimondo Ciampi e molti altri.

Spesso si dice che l'arte anticipa i cambiamenti, apre gli occhi, scuote, è uno strumento di analisi e problematizzazione dell'attualità; in questo caso, anche a distanza di secoli le opere riescono a parlare ai fruitori contemporanei, avendo ancora qualcosa di inedito da raccontare. Del resto il pubblico è cambiato, avendo donne e uomini fatto irruzione nella scena sociale con soggettività più libere e consapevoli.

Lasciamoci così portare per mano e viviamo lo stupore nel vedere contenuti sconosciuti nelle immagini anche più note della nostra memoria scolastica e cittadina, dipinti e sculture creati da artisti famosi. Come Perin del Vaga, con i suoi affreschi nell’antico palazzo del Principe. Mitologica ed erotica la Caduta dei Giganti, con il grappolo di corpi caduti in posizioni improbabili, accatastati l’uno sull’altro: corpi belli, anatomicamente perfetti che si esibiscono nudi, giacendo in diversi modi, attitudini, posture; uomini con uomini. Corpi incastrati che vorrebbero anche toccarsi, visi e mani che vorrebbero anche sfiorarsi.

Celebre il grande Puget, con il suo meraviglioso San Sebastiano, scultura nella basilica di Carignano, che esprime il culto votato al corpo maschile del santo eroe, esaltandone la bellezza della giovinezza e della nudità.

Da ufficiale trasformato in giovine erotico anche il martire di Guido Reni a Palazzo Rosso, vero e proprio simbolo dell'omoerotismo e opera celebrata in tutto il mondo. Eletto come prototipo della sensualità e delle pulsioni, per il piacere dell’occhio e della contemplazione este(a)tica... Se è vero quel che ci racconta Mishima nel suo Ritratto di una maschera parlandoci della sua iniziazione omoerotica davanti all’immagine proprio di quel dipinto.

E ancora lo sfruttamento dei miti greci per magnificare, tra Apolli, Giacinti e Ganimedi, un gusto erotico di artisti e committenti che lascia la porta aperta a non poche riflessioni. Un linguaggio allusorio di soggetti iconografici e metafore nei dipinti del Guidobono in Palazzo Centurione, e di Perino, ancora nella villa del Doria, in un superbo viaggio della coppia Olimpica Zeus-Ganimede.

Il risultato della visita virtuale e diffusa alla mostra OMO-ART è grandioso, dimostrando l'aspetto di carattere non certo provinciale, rivolto ad un pubblico non solo esperto e di nicchia.

Apparentemente più facile accostarsi alla mostra OMO-STORY – Dal rogo al palcoscenico, racconti di storia LGBT+ in Liguria.

Fisicamente allestiti nell’Area Archeologica dei Giardini Luzzati, cuore del Liguria Pride Village, si tratta di dodici ritratti in grande formato, commissionati allo scopo di raccontare la vita delle persone (non necessariamente omosessuali) che hanno in qualche modo scritto una pagina della storia LGBT+ della Liguria. Illustratori e illustratrici provenienti da tutta Italia, celebrano così il passato con la freschezza e la varietà stilistica del nostro tempo. Molteplice è lo sguardo che restituisce forza ed empatia ad ogni ritratto, l'occhio dell'autore incontra quello del personaggio, questo a sua volta osserva ed è osservato dall'occhio dello spettatore, sollecitato a prendere coscienza di sé attraverso la conoscenza dell'Altro.

Il lavoro di ricerca alle spalle di questa mostra è stato svolto in un’ottica di “riassegnazione” culturale, cercando di dare un'idea di quanto sia stato epurato dalla storiografia ufficiale - scrive l'ideatore Marco Fiorello - è facile immaginare quante storie non potremo mai conoscere a causa dello stigma che ha gettato nell’oblio idee e persone che hanno fatto parte del nostro passato remoto e recente. In questa prima edizione, fra le altre, verranno celebrata le figure di Fabrizio De André e di Mario Soldati in occasione dei vent’anni dalla loro scomparsa."

Una implicita promessa a curare nei prossimi anni lo sviluppo del progetto.
Commenti