Salvini, il ministro part time


Nei primi quattro mesi e mezzo del 2019, il ministro Salvini è stato assente per 95 giorni e ne ha approfittato per concedersi a 211 eventi di interesse personale, tra comizi elettorali e incontri non istituzionali. Dall'inizio dell’anno ad oggi, ha trascorso solamente 12 giorni interi al ministero. Non male per il "comandante" leghista che si proclama "uomo del popolo" in virtù di come ami fotografarsi mentre si strafoga di Nutella o trangugia cibo spazzatura, ma quale altro uomo del popolo potrebbe disertare quotidianamente il lavoro perché troppo impegnato in cene elettorali o feste della Lega?
L'ennesima denuncia del modus operandi del ministro part-time viene denunciato ancora una vota in un articolo di Repubblica, il quale osserva anche come il "ministro unico" avesse posizioni molto diverse quando era assenteista a Bruxell e inveiva contro i precedenti ministro. Ad esempio, è il 29 luglio del 2014 quando sui social scriveva: «Oggi Alfano parla di legge elettorale, di Renzi, di articolo 18. Peccato che sia pagato per occuparsi di sicurezza e immigrazione. Alfano dimettiti».
Potremmo dire lo stesso, anche perché il ministro dell’Interno è il solo che può firmare l’autorizzazione a intercettazioni preventive in caso di indagini di mafia e terrorismo. E deve essere fisicamente al Viminale dato che il protocollo impone l'uso della linea telefonica interna e criptata che collega il suo ufficio a quello del premier e dei vertici dei servizi segreti. Salvini non può fare il suo lavoro se si trova all'inaugurazione del Vinitaly a Verona (7 aprile), al Salone del Mobile a Rho (9 aprile), alla mostra “I tesori della Ca’ Granda” a Milano (25 marzo), alla fiera delle armi a Vicenza (9 febbraio), a distribuire volantini della Lega in Corso Vercelli a Milano (12 gennaio), al cantiere navale di Monfalcone (28 febbraio), alla serata dell’Accademia amici del pizzocchero a Sondrio (10 marzo).
E non meno grave è come il 7 dicembre si sia recato recato con ritardo sul logo della tragedia della discoteca di Corinaldo perché impegnato con una festa leghista in piazza del Popolo. Il 13 aprile non si si è recato sul posto dell'assassino del maresciallo Vincenzo Di Gennaro perché era all’Eur a guardare la Formula E. Il pomeriggio del 3 maggio si trovava ad un comizio mentre a Napoli è stata ferita la piccola Noemi, poi non si è precipitato lì perché non ha voluto annullare i comizi programmati in Toscana e in Umbria. Ma poi, quando è arrivato, ha preferito concentrarsi sulla realizzazione di un book fotografico realizzato presso i frati di Padre Pio, raccontando ai giornalisti che: «Sono qui anche per pregare per Noemi».
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