Salvini minaccia: «Chi mi attacca si tappi la bocca. È l'ultimo avvertimento»


«A chi mi attacca dico tappatevi la bocca, lavorate e smettete di minacciare il prossimo. È l'ultimo avviso». Lo ha dichiarato Matteo Salvini durante uno di quei suoi innumerevoli tour di auto-promozione che il leghista ha preferito agli incarichi istituzionali per cui i cittadini vengono costretti a pagarlo profumatamente.
Non male per il padano sovranista che si autoproclama «uomo del popolo» in virtù di come mangi chili di Nuletta e ingurgiti tonnellate di cibo spazzatura, ma poi si vanta di come lui possa farsi pagare anche se assenteista dato che preferisce dedicarsi al suo secondo lavoro nella speranza che ciò possa portargli maggiori profitti. Un po' come quando l'ex direttore de La Padania chiese il suo licenziamento perché segnava presenza anche quando non si presentava al lavoro...
Ma oltre al suo ostentato disinteresse per il lavoro, Salvini pare voler prendere in giro le innumerevoli categorie sociali che sono incessantemente al centro delle sue invettive. Evidentemente ritiene che i gay, i migranti, i dissidenti politici e la lunga lista di persone che sono finite al gioco sui cuoi canali social non meritino il rispetto che lui chiede per sé stesso. E tutto questo in virtù di come lui voglia difendere un suo amichetto che è accusato di aver incassato delle mazzette...
E non meno grave è come la dialettica del leghista paia sempre più simile a quella mafiosa, con tanto di «ultimi avvertimenti» a chi non si «tappa la bocca».

Poi, vantandosi della sua didattica basata unicamente sul razzismo come mezzo per ottenere voti sulla pelle dei più deboli, il leader leghista ha cercato di scaricare la colpa della bimba uccisa a Napoli su De Magistris: «Il ministro manda poliziotti, soldati e telecamere; ma se invece il sindaco si occupa di organizzare una flotta per andare a recuperare gli immigrati, i napoletani dovranno cambiare sindaco», ha dichiarato.
Ed ancora, in serata non si è fatto mancare neppure svariate invettive contro il Papa (esattamente come Steva Bannon gli ha detto di fare), ancora una volta basando la sua retorica sul suo razzimo: «Il Santo Padre dice di accogliere tutti? No, in Italia si accoglie chi ha diritto ad essere accolto. Me lo può chiedere anche Padre Pio in persona ma non cambio idea».
O forse non "cambierà idea" sino a quando non vedrà un profitto da un'altra parte, dato che l'ex comunista padano che preferiva il Leoncavallo agli studi pare un abitudinario dei voltafaccia, dal suo passaggio ai riti celtici al rosario o dal suo sostenere che i napoletani puzzassero al chiedere il loro voto...
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