Secondo Provita Onlus, i gay avrebbero bisogno di «redenzione» perché sbagliati


Dio punirà gay che non si convertono all'eterosessualismo. Lo sostiene l'organizzazione forzanovista Provita Onlus in un articolo in cui li troviamo impegnati a sbraitare come indemoniati che loro non vedono alcun accenno di omofobia o di antisemitismo nella Divina Commedia. Ma anziché appellarsi a come quei versi siano statoi scritti tra il 1308 e il 1320, l'organizzazione di estrema destra preferisce tentare di giustificarli.Se contro gli islamici paragonano Maometto a Giuda, contro ai gay provano a sostenere che:

[...] in tutta questa caccia al “politicamente scorretto” dell’opera dantesca, non potevano non partire le classiche accuse di “omofobia”, divenute ormai il “new black” di certa “gaystapo”. Ovviamente il riferimento è alla pena riservata ai sodomiti che scontano il peccato “contro natura” nel XIV canto dell’inferno, dove sono descritti mentre corrono sotto una pioggia di fuoco, condannati a non fermarsi. Per riapparire, poi, però, come sottolinea anche Gherush92, nel Purgatorio, canto XXVI, insieme ai lussuriosi eterosessuali. E qui casca l’asino! Se le anime dei sodomiti compaiono anche nel Purgatorio, vuol dire allora che secondo Dante, anche per esse c’è possibilità di redenzione. Ma evidentemente anche questo “piccolo particolare” è sfuggito alla furia censoria dell’Associazione [...]

La premessa è che Toni Brandi sostiene che i gay necessitino di "redenzione" dato che la loro natura sarebbe già di per sé passibile di una punizione. Non come lui che in più occasioni ha ostentato i suoi pruriti sessuali nei confronti delle donne sino a lodare pubblicamente chi aveva appeso alla finestra di casa uno striscione con scritto: "Viva la figa".
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