Avvenire torna all'attacco dell'omogenitorialità, sostenendo che il matrimonio etero valga più delle unioni gay


Pare che anche Avvenire si sia convertito al populismo, iniziando a dispensare ai loro lettori un linguaggio che denigra e insulta chi non risulta conforme al loro "modello unico" di famiglia. Ne è un esempio l'articolo di Marcello Palmieri pubblicato oggi a pagina 17, dal titolo“Figli in provetta anche per coppie gay? La legge 40 torma davanti alla Consulta”.
Nonostante il tema sia delicato e si stia affrontando un diritto che sino in Italia è stato negato, il giornalista non si esime dal ripensare le sue personalissime opinioni come se fossero dogmi di fede. Ad esempio, sostiene che due donne che volessero avere figli sarebbero in errore perché si tratterebbe di una richiesta definita «inconsistente» in virtù di come lui sostenga che «un conto sono infatti i diritti, un altro le aspirazioni». Se così fosse, la Consulta non sarebbe stata chiamata a decidere...
Ed ancora, è denigrando le unioni civili che il redattore del quotidiano dei vescovi sostiene che sarebbe sbagliato sostenere che «reso omogenee le famiglie sia omosessuali che eterosessuali»in virtù di come lui giuri su Dio che «un conto è infatti l'istituto del matrimonio, che impone la differenza di sesso all'interno della coppia, un altro quello dell'unione civile, destinata per legge a riconoscere il legame omosessuale».
Più surreale è il sostenere che se una sentenza passata è stata basata sulla legge 40, ciò dovrebbe significare che quella norma non possa essere ritenuta incostituzionale. Peccato non ci venga spiegata la logica di tale teorie...

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