Feltri: «Alle parate dell'orgoglio finocchio, mostrano il pene vestiti come mignotte deficienti»


Vittorio Feltri è un “giornalista” che ha trascorso la quasi totalità della sua vita fatturando sul disprezzo. Ora se ne esce con un "articolo" in cui si arroga il diritto di dare "consigli" ai gay solo dopo aver posto come premessa un'affermazione falsa che si basa unicamente sul suo pregiudizio.
A suo dire, infatti, i gay parteciperebbero ai Pride con «il culo di fuori» e neppure solo quello. Se basterebbe partecipare ad un solo Pride per sapere che le cose non stanno certo così come lui sostiene, è rivolgendosi a lettori probabilmente privi di esperienze dirette che lui pone quelle bugie come base dei suoi schiamazzi. E lo fa sedendosi in cattedra, pretendendo di dire ai gay come dovrebbero essere gay in modo da risultare conformi alle regole del suo leghismo (quindi sì ad ampolle con le sacre acque del Po, si a travestimenti da unni, sì a rosari contro i gay, no all'amore).

Feltri inizia così a raccontare che i gay sarebbero "eroi" perché amano persone che lui disgusta. Il tutto con una dialettica che vede il direttore di Libero pronto a porsi come punto di riferimento unico per condannare gli altri. Scrive:

Personalmente ho una ammirazione profonda per gli omosessuali perché li trovo eroici. Infatti riescono con piacere a fare ciò che io non sarei mai in grado di fare, neanche a fronte di compensi enormi: andare a letto con un maschio. Evidentemente essi hanno una forza d'animo di cui sono sprovvisto. Sulle lesbiche non mi sbilancio, se non per confessare che le capisco perfettamente avendo esse i miei stessi gusti.

Parte così la diffamazione:

Ciò detto, ci sono alcune cose che non comprendo: che bisogno hanno i gay (io preferirei chiamarli ricchioni, dato che tendo a usare un linguaggio colloquiale, ma non posso altrimenti l'Ordine dei giornalisti mi fucila) di scendere in piazza vestiti come mignotte deficienti e organizzare sfilate al confronto delle quali il Carnevale di Viareggio è l'esaltazione della sobrietà? Cosa pensano di ottenere mostrando pubblicamente il culo o le tette finte? Non ho mai visto un gruppo di eterosessuali manifestare le loro ovvie e scontate preferenze sessuali passeggiando in processione con il pene al vento. Scopano tranquillamente più che possono e con chi possono, magari vantandosene al bar con gli amici ma schivando con cura di gloriarsene attraversando in gruppo solidale le metropoli italiane.

Se quanto da lui descritto non di è mai visto se non nei racconti di Adinolfi (la cui gente spesso spaccia fotografie di eventi a luci rosse per presunti pride), è svendendo disinformazione che Feltri incalza pure:

Alcuni omo amano esporre le proprie nudità sotto gli occhi del popolo, allo scopo di protestare contro chi preferisce tenersi le mutande, mentre gli etero quando si tolgono gli indumenti intimi lo fanno riservatamente in camera da letto pensando che accoppiarsi sia un affare privato. Quindi non è azzardato definire diversa la prima categoria rispetto alla seconda, immagino più consistente. Eppure se parli di diversità o, peggio, di persone diverse vieni linciato.
A Torino si è svolta una sagra vistosa finalizzata a celebrare l'orgoglio finocchio, a cui hanno aderito varie autorità, tra le quali la sindaca Appendino, senza contare vari esponenti della sinistra debole nel posteriore.

Sarà, ma basta andare in una discoteca etero per vedere ragazze con gonne inguinali o esibizionisti, motivo per cui la separazione creata da Feltri appare solo come l'ennesima falsa testimonianza finalizzata alla promozione dei pregiudizi.
Il tutto per concludere:

Ciascuno poi ha le proprie propensioni, delle quali non mi importa niente. Resta il particolare che le mie sono e restano fatti miei, quelle dei gay vengono mostrate con volgare impudicizia. Cari amici, comportatevi come vi garba ma almeno non aspettatevi gli applausi.

I frutti di tale deliri si osservano tra i commenti, colmi di intolleranti che si sentono legittimati a defecare tutto il loro odio contro un intero gruppo sociale:

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