Lazio Pride: il Comune di Frosinone nega il suo patrocinio


Se il ministro leghista Matteo Salvini va in giro a dire che si fa come vuole lui perché decide lui e lui «se ne frega» di quello che pensano gli altri, si moltiplicano anche le amministrazioni comunali di estrema destra che hanno adottato quella ideologia e che sostengono che i diritti di cittadini siano veicolati al desiderio o all'odio dell'amministratore di turno. Ancor più se il governo sostiene che chi chiede pari diritti debba essere messo sullo stesso piano di quei fondamentalisti che chiedono che i loro siano riservati a gruppi sempre più ristretti e basati sulla classificazione delle persone in basa a razza, etnica, colore della pelle, genere, orientamento sessuale, credo religioso e credo politico.
In tale contesto, il Comune di Frosinone ha rifiutato il suo patrocinio al Lazio Pride, ribadendo come la loro Giorgia Meloni sia contraria alla pari dignità die gay e favorevole a quelle sette di sedicenti "cristiani" che tramano nel tentativo di danneggiare e rovinare le loro vite

Ovviamente ciò non fermerà la parata, peraltro patrocinata dalla regione e da numerosi altri comuni meno intolleranti. E gli organizzatori ricordano:

L’assenza del patrocinio – che ricordiamo simboleggia la città e non il colore politico – per noi significa scegliere di non rappresentare le persone lesbiche, gay, bisex e trans e non garantire pari dignità a tutte le cittadine e tutti i cittadini del capoluogo ciociaro.

Sembra dunque che il Come abbia voluto perdere un'occasione di cui prima o poi renderà conto alla storia. E lo farà mostrando enti che negano sostegno ad una parte della comunità sulla base di odio e di pregiudizi troppo spesso finalizzati a cercare consensi elettorali fra i più intolleranti.
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