Negati per sette mesi carta d'identità e nido. Il Tribunale condanna il Comune di Rovereto


«Il figlio di due madri ha diritto all'identità anagrafica». Così il tribunale ha condannato il Comune di Rovereto per la mancata trascrizione dell'atto di nascita di una bambina con due madri. In quel sistema malato in cui l'odio dei fondamentalisti colpisce i bambini, alla piccola era stato negato l'accesso all'asilo nido e una identità anagrafica. In altre parole, si sosteneva che quella bambina non esistesse solo perché il ministro Fontana dice di non voler vedere le famiglie arcobaleno.
Il mancato rilascio di un documento va ben al di là della propaganda leghista contro le famiglie gay: il piccolo non può viaggiare, non può fare vacanze in albergo e non può essere iscritto al nido data l'assenza di un documento che ne attesti la residenza.
Secondo Tribunale di Rovereto, nel diritto italiano il consenso dato dall'uomo convivente alla fecondazione eterologa della compagna gli impone di essere padre e assumersi le responsabilità di far nascere un bambino in quella maniera e stesso principio deve applicarsi di fronte al medesimo consenso dato dalla compagna convivente. Per i giudici della Città della Quercia: «Il diritto alla bigenitorialità e al mantenimento dello status di figlio deve essere quindi riferito alla coppia genitoriale, qualunque essa sia».
Per il legale Alexander Schuster «questa situazione inedita mostra i paradossi di un diritto che ignora la realtà e pretende di relegare all’inesistente chi vive in carne ed ossa. Abbiamo trattato in quest’ultimo anno decine di situazioni simili, ma in nessuna parte d’Italia mi era capitato un Sindaco che rifiutasse una regola presente in ogni epoca e civiltà umana: non si può negare alla donna che ha partorito e che vuole accudire suo figlio di essere madre. La gravità è tale che adesso valuteremo un’azione di risarcimento danni».
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