Sabino Paciolla e la depravazione integralista nella promozione dell'odio anti-gay


Se Simone Pillon, Massimo Gandolfini e Silvana De Mari sono già stati condannati per diffamazione, lo spergiuro e l'insulto gratuito continuano a restare la lingua del fondamentalismo organizzato. Questa volta, è il fondamentalista Sabino Paciolla (vicino alla setta di Gianfranco Amato) ad uscirsene con una schifezza diffamatoria che pare quasi opera del demonio data la brutalità e la devianza. Con toni di pura depravazione, scrive:


Non va meglio con il suo articoletto dal titolo "Un giornalista gay parla della vergogna e dell’orrore delle parate dei Pride nel mondo" in cui fondamentalista cita i soliti personaggi sconosciuti al mondo per sostenere che l'odio diventi legittimo nel loro nome. Peccato che se Paciolla fatica a trovare un qualche fantomatico gay che dica le stronzate che lui brama, sarà ben più facile trovare etero che non avrà problemi a reputarlo un perfetto deficiente. Quindi, stando alla sua teoria, se un etero lo considera deficiente, quella deve essere ritenuto una verità inoppugnabile.

Seminando odio, il fondamentalista si mette a raccontare che i gay sarebbero dei drogati, alcolisti che pensano solo al sesso. Scrive:

James P. O'Neill, commissario di polizia di New York, si è formalmente scusato per il raid dello Stonewall Inn, un bar gay di Manhattan, 50 anni fa. Il proclama è arrivato mentre il Dipartimento del Turismo della città si prepara ad ospitare il World Pride (la parata Mondiale dell'Orgoglio gay, ndr), rendendolo l'epicentro ufficiale delle attività del Mese dell'Orgoglio in tutto il mondo. Pensatelo come le Olimpiadi della metanfetamina (uno psicostimolante chimico, ndr), dell'alcolismo, della fornicazione pubblica, dell'asservimento aziendale e dei culi pelosi buttati in faccia ai bambini.
Il raid Stonewall del 28 giugno 1969 scatenò rivolte a New York, ed è riconosciuto come il momento in cui è iniziato il movimento per i diritti degli omosessuali. Purtroppo, il Commissario O'Neill potrebbe essersi scusato per i motivi sbagliati. L'uomo in uniforme da strippergram avrebbe dovuto dire: Ci dispiace. Facevamo solo il nostro lavoro. Non potevamo sapere che un controllo di routine su un'attività illegale cinque decenni fa avrebbe scatenato per i successivi 50 anni l'orrore delle parate dei Pride nel mondo”.

Peccato che il fondamentalista si dimentichi di dire che le leggi dell'epoca permettevano di revocare la licenza per la vendita di alcolici a chi serviva un omosessuale ed è questo il motivo per cui i gay furono relegati in ghetti gestiti dalla mafia.
Per aggirare la legge i bar gay operavano come "bottle bars", ossia come "circoli privati" in cui teoricamente i clienti avrebbero portato loro le bevande da casa. Le mazzette pagate alla mafia non servivano comunque a garantire che i locali non sarebbero stati razziati, solo che la polizia avrebbe avvertito prima di effettuare i raids (in modo da far sparire quanto andava occultato o salvato) e soprattutto che non sarebbero stati messi i sigilli in modo che i locali avrebbero potuto riaprire immediatamente dopo.

Se il racconto parziale della realtà è già una mezza menzogna, l'articolo incalza:

Stonewall è una leggenda, e la mitologia continua a svilupparsi. All'epoca, tutti i bar gay di New York erano di proprietà della mafia. Nel 1966, ‘Fat Tony’ Lauria, della famiglia criminale Genovese, acquistò Stonewall, allora un semplice ristorante per famiglie, e lo trasformò in una discarica per gay che si incancreniva. I servizi igienici erano costantemente traboccanti. Non c'erano uscite antincendio e non c'era sapone per lavare i bicchieri. Il liquore era annacquato e rubato. I dipendenti trafficavano con prostitute, e si dilettavano nel ricattare i clienti con minacce di “out” (forse si riferisce all’”outing”, ndr). I poliziotti facevano costantemente irruzione in Stonewall e in altre aziende di proprietà della mafia della zona, ma, poiché la mafia pagava la polizia, i poliziotti di solito davano avvertimenti o arrivavano nel bel mezzo del pomeriggio quando non c'era nessuno. Non si sa se in quella fatidica notte del 1969 i poliziotti si stavano abbattendo sulla mafia, o sulla corruzione che era nei loro stessi ranghi, o se i proprietari di Stonewall semplicemente non avevano ricevuto la soffiata in tempo.

Dato che nulla di ciò che viene raccontato ha attinenza con la verità, il fondamentalista passa a raccontare altre stupidaggini create dal revisionismo integralista:

Ma quando si tratta di revisionismo storico, i gay sono i peggiori colpevoli. La maggior parte degli americani crede ancora che Matthew Shepard, la vittima mondiale preferita dei “crimini d'odio”, sia stato ucciso perché era gay. In realtà, [quell'episodio] non aveva nulla a che fare con la sua sessualità. È stato ucciso durante una rapina e un affare di droga andato terribilmente male, ed era persino amico di uno dei suoi assassini, un prostituto gay-for-pay.

Il tribunale disse altro ed è facilmente appurabile che le Chiesa Evangelica depositò una richiesta formale ai giudici in cui chiedevano uno sconto di pena per i due assassini in nome di come loro ritenessero che la vita di un gay dovesse essere ritenuta di scarso valore. Se per Paciolla questa non è discriminazione, chissà cosa lo è.
E che dire di come neppure il revisionismo di Cascioli sia mai arrivato a sostenere che l'assassino facesse il gay-for-pay, ma evidentemente Paciolla vuole difendere a tutti i costi un assassino e forse rinnegherebbe persino sua madre pur di inveire contro un adolescente che è stato torturato ed ucciso da quell'odio che lui promuove.

Ben presto si passa al razzismo e alla misoginia, conditi con una buona dose di suprematismo bianco:

Il movimento per i diritti dei gay è stato fondato da uomini gay che erano quasi interamente bianchi. Ma le pubblicità finanziate dai contribuenti per il World Pride 2019, affissi sui vagoni della metropolitana, sui lampioni e cartelloni pubblicitari a New York City, e su riviste e siti web, non contengono intenzionalmente immagini di bianchi e pochissimi uomini. Sono per lo più lesbiche nere obese e impertinenti. E lo striscione del 50° Anniversario del Pride, a un isolato da Stonewall, mostra l'immagine di una donna musulmana in un hijab.

Parte così la diffamazione vera e propria contro chi manifesta per i propri diritti:

In questo Mese dell'Orgoglio, riconosciamo quello che i gay possono insegnarci sulle virtù della vergogna. Lasciate che il loro movimento sia prudente e istruttivo. Usiamo questo mese per riflettere su come possiamo essere più umili e appetibili al nostro prossimo. Apprezziamo tutte le cose meravigliose che la vergogna ha portato alla nostra vita.
Pochi uomini gay sono orgogliosi di aver ceduto il loro movimento ad un'acquisizione ostile da parte dei Democratici (il partito di Obama, Clinton, ecc, ndr), di grandi aziende, di marxisti e identitari razziali. Non c'è nulla di cui essere orgogliosi quando la potente lobby LGBT pensa in maniera così scarsa della propria gente [visto] che tutti i suoi vantaggi politici sono stati basati su menzogne e disinformazione, e tutti i suoi personaggi pubblici sono stati puliti e disinfettati.

Tradotto: i gay vanno disprezzati perché di sinistra e non leghisti a cui piace essere insultati da Pillon o dalla Meloni. Ed è dicendo che la discriminazione sia buona e giusta, è sempre defecando insulti che il fondamentalista scrive:

Oggi ci rimane la stampa in 3D asessuata di Pete Buttigieg, i Drag-queen story-time nelle scuole elementari (gli spettacoli per bambini con drag queen, ndr), i “bambini transgender” chimicamente castrati e un'intera generazione di piccoli mocciosi privilegiati dipendenti dalla oppressione del porno fantasy, che boicottano panini con il pollo e trascinano anziani panettieri dinanzi alla Corte Suprema (si riferisce al pasticciere denunciato per essersi rifiutato per ragioni di fede e coscienza di fare la torta di matrimonio a coppia gay, ndr). Ragazzi, è ora di buttar via tutto questo. Non c'è niente di cui essere orgogliosi.
Mentre guardi vecchi uomini nudi e vecchi uomini coriacei con anelli ai capezzoli sculettare per strada, con testicoli che battono alle ginocchia, o drag mostri di terza categoria, che espongono i loro culi a folle di bambini, ricordatevi solo che questo non è il comportamento di un popolo onorevole – o addirittura ribelle. Tutti lo sanno, ma a nessuno è permesso dirlo. Non è quasi nemmeno Orgoglio in senso biblico. Nel cristianesimo, l'Orgoglio è il primo peccato, e il più mortale. L'Orgoglio ha fatto espellere Satana dal Cielo e Adamo ed Eva sono stati scacciati dal Paradiso. Il gay Pride di oggi è solo banale e leggermente sgradevole.

Non poteva mancare il sostenere che si debba odiare nel nome di Gesù Cristo. E chissà se Paciolla potrà dirci dive avrebbe visto ciò che descrive dato che chi partecipa regolarmente a quelle manifestazioni non ha mai assistito a nulla di simile.
Forse parla di San Francisco, dove la nudità pubblica è legale e dove gli etero vanno in giro nudi come i gay? Se così fosse, dovrebbe precisalo al posto di pubblicare foto scattate in Italia. O magari, potrebbe metterci quelle processioni "cristiane" che vedono uomini seminudi che si procurano ferite davanti agli occhi dei bambini tra preghiere e grida.

Ma Paciolla preferisce dedicate a nuove fantasie erotiche scaturite dalla depravazione dei suoi amichetti e giura:

Naturalmente, la grande ironia è che, arrivato lunedì mattina dopo il World Prid, milioni di gay sperimenteranno una delle vergogne più profonde e più oscure della loro vita svegliandosi in un appartamento squallido con un misterioso codice postale, con il tour d'addio di Cher a tutto volume dal televisore, una montagna di cocaina sul tavolo, con la parte posteriore dolorante e circondati di membri di confusa origine. Ci siamo stati tutti; fa parte dell'esperienza del Pride.
E dovrebbero vergognarsi. In psicologia, la moderna teoria degli affetti afferma che la vergogna non si impara. È nei nostri geni, e agisce come una sorta di interruttore di circuito emotivo.

Ed in effetti è difficile comprendere come Paciolla non provi vergogna nel pubblicare certi testi. E manco di vergogna nel tentate di promuovere odio in nome di un suprematista bianco che odia i gay mentre fa soldi vendendo pornografia etero. Ma forse tutto ciò presupporrebbe avere un'anima e Paciolla non sembrerebbe possederne una dato ciò che scrive.

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