Salvini, il ministro leghista alle minacce ed intimidazioni


Nel bene o nel male, purché se ne parli, diceva Oscar Wide. Pare saperlo bene il vicepremier Salvini che, in quell'interminabile campagna elettorale personale che sta conducendo da ormai un' anno dato che pare preferire occuparsi dei suoi interessi al posto che occuparsi dei compiti istituzionali per cui i cittadini vengono obbligati a pagarlo, non perde mai occasione per uscirsene con una qualche sparata che lo faccia finire sui giornali.
Ad esempio, è mentre il premier Conte invitava alla responsabilità che lui era impegnato sui social network a promuovere il suo partito e a denigrare i suoi alleati in un chiaro «me ne infischio». Ha ottenuto molta indignazione nel suo sostenere che i 60milioni di italiani debbano essere considerati «suoi figli» e nell'asserire che lui li dovrebbe «sfamare» quasi come se non fosse il loro lavoro a portargli il cibo in tavola. Ha ottenuto visibilità trasformando la Digos e i vigili del fuoco in addetti alla rimozione degli striscioni di chi osa dissentire dalla sua propaganda.
L'Europa aprirà la sua prima procedura di infrazione contro uno stato membro, Salvini continua a raccontare che lui intende usare in un modo imprecisato «la ricchiezza che è nei conti correnti» e lo spread è aumentato di tre volte rispetto al suo insediamento. Eppure è con la sua retorica della distrazione di massa che il popolino parla solo di quanto è bravo quel loro "comandante" che impedisce il salvataggio dei naufraghi nel Mediterraneo.

Non solo. Mentre il Consiglio d'Europa è dovuto intervenire perché il ministro dell'Interno italiano, ossia l'uomo incaricato di tutelare la sicurezza di tutti, è accusato di aver tentato di intimidire uno scrittore sotto scorta mediante attraverso minacce che avrebbero potuto mettere in pericolo la sua vita. Ed ancora, è attraverso quella sua lista di magistrati da lui definiti «pro-migranti» che si è avviata una palese intimidazione dei giudici che osano accogliere ricorsi contro quelle sue leggi di dubbia costituzionalità con cui ha cercato di conquistarsi il voto dei razzisti alle europee.
La senatrice Monica Cirinnà ha commentato: «Voglio esprimere la mia solidarietà alle magistrate di Firenze e Bologna, oggetto di una intimidazione senza precedenti da parte del ministro dell’Interno: ai magistrati è garantita la libertà di manifestare le proprie opinioni, e devono poter decidere secondo diritto, senza per questo subire continuamente intimidazioni da parte del potere politico. Non è la prima volta che Salvini, nel totale silenzio del ministro della Giustizia, mostra insofferenza rispetto alla separazione dei poteri garantita dalla Costituzione. Le democratiche e i democratici di questo Paese non devono abbassare la guardia: occorre ribadire che le decisioni politiche trovano un limite nelle elementari garanzie costituzionali, poste a difesa dei cittadini proprio dagli eccessi del potere politico». Ed ancora, si domanda: «Come è possibile che il ministro che dovrebbe garantire sicurezza e ordine faccia sempre uso di minacce e intimidazioni contro gli esponenti degli altri poteri costituzionali?».
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