Silvana De Mari invita a pregare contro i gay: «Arcigay dice debbano essere blasfemi e la nostra religione li condanna»


È scimmiottando il leader del partito che ha sponsorizzato il suo intervento sessita ed omofobo dal palco del WCF di Verona che la fondamentalista Silvana De Mari si è messa ad agitare un rosario per invitare i suoi adepti a pregare contro i gay.
Spiegando che lei non avrebbe partecipato alla patetica manifestazione dato che preferiva sguinzagliare i suoi seguaci, nel suo videoproclamo afferma:

Tutti quelli che possono vadano a Modena. A Modena si dirà un rosario di riparazione per il pride, il quale è sovvenzionato da denaro pubblico e ha il placet delle istituzioni. Quindi tutti i cittadini ne sono responsabili. 

Passando a decontestualizzazioni, falsificazioni e spergiuri tanto falsi quanto le quelle accuse contro Mario mieli che l'hanno portata alla sbarra per diffamazione aggravata, la fondamentalista aggiunge:

Pride vuol dire orgoglio. È uno dei vizi capitali. nel Pride, come ci spiegano su Gay.it, è fondamentale essere osceni, ciò offendere la morale pubblica. magari non di tutti, ma dell'80% della popolazione sì. È fondamentale essere blasfemi come ci spiega l'Arcigay.

Ovviamente nessuno ha mai sostenuto che si debba essere osceni nel senso che dice lei, così come nessuno invita ad essere blasfemi. Ma dato che la signora De Mari campa sul suo tentare di sostenere che i gay debbano essere opposti a Dio in nome di quella sua rivisitazione del "cristianesimo" che si basa sull'odio, ecco che giura il falso in nome di Dio. Lo fa ormai come sua abitudine, certa che i suoi proseliti si berranno qualunque cosa fintanto lei sfamerà la loro bramosia di odio.

Sempre vendendo come una verità rivelata la sua menzogna, la fondamentalista anticristiana si lancia nell'aggiungere:

Perché col nostro denaro dobbiamo finanziare qualcosa che offende la nostra morale e la nostra religione. In più ci sono delle persone che sono fiere di qualcosa che la nostra religione condanna. È un nostro diritto non sovvenzionarlo.
Nel momento in cui le istituzioni sovvenzionano qualcosa che offende una religione, è violata la nostra liberà religiosa, che la costituzione invece garantisce. 

In realtà, quello che la Costituzione garantisce è che ognuno sia libero di poter esprimere le proprie credenze religiose e che la signora De mari non ha alcuno diritto di decidere e tentare di imporre che un gruppo social debba essere perseguitato in nome della strampalata interpretazione che lei attribuisce alle scritture. Al contempo, è stato più volte chiarito che nessun articolo della Costituzione può violarne un'altro, motivo per cui la sua presa sarebbe in palese violazione dell'articolo 3 (motivo per cui andrebbe cestinata in quanto palesemente incostituzionale).
E non meno patetico è come la donna continui a parlare di soldi, nonostante i patrocini ai pride siano generalmente gratuiti (nonostante portino fatturato nelle città che li ospitano).

Non meno violenti e traboccanti di pregiudizi sono anche i commenti dei suoi seguaci:



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