Vittorio Feltri: «Se muore Camilleri non vedremo più il terrone rompicoglioni Montalbano»
Il direttore di Libero ha deciso di dedicare un articolo al maestro Andrea Camilleri come se fosse già morto. Il tutto non senza astenersi da insulti ed offese gratuite che i leghisti amano dispensare contro chiunque non si genufletta alla loro ideologia.
Sfoderando un cattivo gusto che è difficile ritenere accettabile, Vitttorio Feltri ha scritto:
Non riusciva a capire che il marxismo era già marcio ancor prima di imporsi. E quando esso si rivelò una bufala e svanì quale neve al sole, Andrea non ebbe la forza di riconoscerne il fallimento brutale. Rimase rosso ma non di vergogna. Egli ha rivendicato fino all’ultimo la sua adesione al bolscevismo. Tuttavia l’arte non ha bandiere, e quella di Camilleri va riconosciuta per quello che è: mirabile. Non tutta, ma quasi.
Oggi, di fronte alla probabilmente prossima fine, riconosciamo allo scrittore ogni merito tecnico e a lui ci inchiniamo. L’unica consolazione per la sua eventuale dipartita è che finalmente non vedremo più in televisione Montalbano, un terrone che ci ha rotto i coglioni almeno quanto suo fratello Zingaretti, segretario del Partito democratico, il peggiore del mondo.
Chissà se i meridionali che hanno votato Salvini si sentiranno fieri aver dimenticato i suoi cori razzisti per ritrovarsi oggi a essere definiti ancora una volta «terroni» ad quel partito che oggi si dice «fieramente italiano» anche se ieri diceva di voler usare il tricolore al posto della carta igienica.
Ma dato che siamo in Italia e qui pare valere tutto e Feltri è stato invitato a ribadire le sue offese gratuite da Radio 2, ossia da un'emittente pubblica che viene finanziata con le tasse dei cittadini.