A Genova è allarme per l'odio istituzionalizzato di stampo filo-salviniano


Il leghismo appare come come un morbo che sta diffondendo odio, paure e inumanità in una decadenza valoriale molto pericolosa. Mentre veniamo obbligati a pagare lo stipendio ad un Simone Pillon che fa il buffone al fine di deridere quei cittadini che chiede siano discriminato in nome dell'ideologia del suo Massimo Gandolfini, da Arcigay Genova giungono notizie di nuovi casi che mostrano atti di omo-transfobia da parte di personaggi istituzionali.

Ad esempio, Maurizio Gregorini, che dal 17 settembre 2018 risulta Manager dei servizi culturali del Comune di Genova, ha pubblicato su Twitter quanto segue:

Vogliono i nostri figli tutti omosessuali, vogliono i nostri paesi islamizzati e africanizzati, vogliono decidere per tutti con la forza pur essendo una minoranza, pilotano magistrati e sentenze sempre a loro favore, corrompono ogni cosa che toccano. Chi sono?

Questo post dal sapore complottista (già cancellato) non ha niente a che fare con la cultura, ma è la risposta al bisogno di trovare dei capri espiatori su cui scaricare la rabbia e la frustrazione di quello che non si è riusciti e non si riesce a fare, elencando tutte le minoranze come causa dei mali presenti e futuri.

A questo episodio si aggiunge a quanto pubblicato giorni fa su Facebook dal Consigliere Francesco Maresca, con un testo e un’immagine che generano confusione su cosa siano l’orientamento sessuale e l’identità di genere:

Occhio ad esagerare troppo con la parola libertà, attenzione a riempirsi troppo la bocca con parole come “progresso” , “apertura mentale” … Non vorrei che per inseguire determinati valori cadessimo nel baratro opposto, con il rischio di morire definitivamente travolti dalla nostra stessa “libertà” . Di medio evo ce n’è già stato uno…

Arcigay osserva: «Per costruire una società inclusiva è necessario attuare serie politiche che favoriscano la diffusione di una cultura e di un’informazione all’insegna della correttezza. Per questo, vedendo in tali atti esattamente il contrario, chiediamo a tutte le persone coinvolte di prendersi la responsabilità di quanto affermato».

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