Così Salvini ha creato 56mila clandestini in un anno


La propaganda leghista ama usare il termine "clandestino" come se si trattasse un sinonimo di "migrante". Peccato che un migrante che arriva in Italia e che si fa identificare dalla polizia al fine di poter chiedere asilo politico non è un "clandestino".
Forse è questo il motivo per cui il ministro si è impegnato alacremente nel crearne 56mila in un solo anno. È infatti quello il numero di persone che il leghista ha sfollato dai centri di accoglienza, gongolando e sorridendo davanti ai giornalisti mentre ostentava atroci atti di inumanità che probabilmente sarebbero stati molto apprezzati dal suo elettorato. Peccato che tutte quelle persone non sono state ricollocate o rimpatriate: sono state sbattute in mezzo ad una strada ed avviate quasi inevitabilmente verso la criminalità dato che la Lega non permette loro di poter lavorare nella legalità.
A voler pensar male, si potrebbe anche temere si tratti di un piano luciferino che mira a creare reati in modo da poter foraggiare le invettive razziste con cui Salvini è solito alimentare l'odio dei suoi elettori attraverso i suoi canali social. In fondo, se i flussi migratori venissero davvero gestiti e se non ci fossero naufraghi contro cui inveire, i leghisti non avrebbero più motivo di dare il loro voto a chi vuole svendere l'Italia a Mosca. A lui serve tenere alta la paura, alimentando l'immaginario della minaccia, dell'invasione e della sostituzione etnica su cui lucrano i sovranisti di tutta Europa.

Dal 30 giugno 2018 al 30 giugno 2019, il Ministero dell'Interno indica che gli stranieri gestiti (male) dallo stato sono passati da 165.080 a 108.924. Nessuno sa che fine abbia fatto quel 34% di persone che sono state espulse dal sistema. Forse qualche bambina è stata avviata alla prostituzione minorile, altri finiranno sfruttati nei campi gestiti da italiani senza scrupoli. Qualcuno magari spaccerà pure ora che Salvini ha restituito il mercato della cannabis alle mafie. Non si sa.
Si sa invece che Salvini sta osteggiando il lavoro dei 5,5 milioni di volontari che rendono possibile la gestione del flusso migratorio, inveisce contro ong che salvano vite umane senza oneri per lo stato e sta tagliando sull'integrazione in modo da impedire che gli stranieri possano imparare la lingua o possano diventare cittadini che contribuiscono alla crescita del Paese. Lui vuole siano un "problema" su cui fare campagna elettorale e sta facendo di tutto perché lo diventino veramente.
Praticamente è come se un vigile del fuoco incendiasse delle case perchè vuole essere acclamato come l'uomo che promette di volerle domare. E il leghista medio è colui che gli presta l'accendino senza domandarsi che uso ne vorrà fare.
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