Il governo dei bot


Non tutti si rendono conto del delirio a cui il governo giallo-verde ha condannato l'Italia attraverso una dialettica interamente basata sulla creazione di contrapposizioni e di paure. C'è un ministro degli interni che organizza continue dirette Facebook per inveire contro i giudici che applicano la legge anziché obbedire ai suoi ordini, c'è un Di Maio che vuole sequestrare una nave in assenza di reato, c'è una Meloni che vuole chiudere i mari e un Mario Giordano che incita all'odio razziale dedicando un'intera puntata della sua squallida trasmissione ad un fatto di cronaca che si rivelerà falso.
C'è il Pd che deve organizzare una squadra di avvocati incaricata di avviare azioni legali contro chi sta strumentalizzando i fatti di Bibbiano per lanciare attacchi diffamatori «che sono portati avanti dal M5S sui suoi canali ufficiali Facebook, così come da ambienti sovranisti legati alla Lega e agli estremisti di Casa Pound» attraverso una «campagna diffamatoria orchestrata per scatenare un'ondata di violenza» attraverso «un centinaio di account fake o bot che vogliono destabilizzare la nostra democrazia, proprio come hanno fatto contro Mattarella quando alla Casaleggio proposero l'empeachment contro il Capo dello stato».
Ci sono cittadini che si sentono legittimati ad emulare il loro leader e a vomitare insulti e minacce sui social, quasi come se fosse normale minacciare di morte un magistrato.

E c'è pure un sedicente sindacato di polizia legato a Forza Nuova (sulla cui autenticità non si trovano riscontri ufficiali) che pare capace di scagliarsi contro la magistratura e a favore della dialettica populista di Salvini. Il tutto mostrandoci cittadini che invocano omicidi finalizzati a freddare chiunque osi contrastare la volontà del loro "capitano":


Surreale è anche come i leghisti non capiscano che il loro "capitano" ha semplicemente dato sfoggio di non avere la più pallida idea di come si governi, mostrandosi che basti un tweet per modificare le leggi di una nazione dato che lui pare ignorare gran parte dei principi fondamentali.
Voleva davvero arrestare Carola Rackete? Prima di emanare un cosiddetto "decreto sicurezza" di stampo prettamente propagandistico, forse avrebbe dovuto prima modificare i principi costituzionali che difendono la vita o le leggi che sono state semplicemente applicate. Sbraitare su Facebook non modifica la legge, serve solo a creare fazioni e odio sociale.
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