Il sindaco di Pisa sostiene che l'omosessualità sia «una scelta» e che i Pride debbano mostrare «rispetto» per l'odio degli omofobi


Il sindaco di Pisa, tristemente vicino alle lobby dell'integralismo organizzato, ha deciso di anticipare il Pride con frasi che rischiano di istituzionalizzare i pregiudizi. Parlando sulla base dello stigma che i suoi amici incoraggiano contro i gay, il sindaco se n'è uscito sbraitando: «Mi auguro che chi sabato porterà nella nostra città bandiere arcobaleno manifesti in modo civile e ordinato. Pisa dallo scorso anno non è solo la città dei diritti ma anche dei doveri, che significa innanzitutto rispetto delle leggi, delle istituzioni e di tutti i cittadini, compreso chi la pensa in modo diverso».
Premesso che lui sostiene che chi chiede di poter vivere la propria vita debba essere messo sullo stesso piano di chi fa soldi cercando di impedire la felicità altrui, si sostiene che i gay siano dei pervertiti e dei depravati che non rispetterebbero le regole e che non avrebbero rispetto quai bravi "cristiani" che organizzano quelle belle "processioni di riparazione" volte a sostenere che ci si debba scusare con Dio per l'"offesa" della loro esistenza. Quindi sia chiaro, dovere avere rispetto per quel Nicola Pasqualato che cerca guadagni economici da quelle sue paginette in cui invita a provare «odio e repulsione» verso di voi!

E dato che il sindaco di Pisa, Michele Conti, ha deciso che lui non concederà mai un patrocinio a quei finocchi che avrebbero pure la pretesa di avere i suoi stessi diritti, pare evidente che non parteciperà alla parta a e che crederà ciecamente a qualunque stronzata verrà vomitata dalla stampa integralista sulla base di fotografie spesso false.
E non pare promettente neppure come il signor sindaco ritenga che l'omosessualità sia «una scelta» o che l'affettività debba essere un fatto privato: «Ritengo -ha dichiarato- che le scelte personali e le preferenze sessuali dei cittadini debbano essere rispettate; gli orientamenti e le condotte sessuali sono un fatto privato frutto di una scelta consapevole e adulta. Ma siamo anche convinti delle nostre scelte, come quella presa in Giunta di uscire dalla Rete Ready, perché non condividiamo certe posizioni, che si rintracciano anche nel documento politico del Toscana Pride, in particolare sull'educazione dei minori».
Quindi lui sarà contro qualunque forma di educazione al rispetto miri a prevenire bullismo omofobo o violenza di genere. E pare anche che poco gli importi se i cittadini etero possono tranquillamente baciarsi per strada (rendendo così pubblico il loro rapporto) mentre i gay non possono manco tenersi per mano senza rischiare di essere picchiati.

A proposito, il signor sindaco è davvero certo che concedere alla lobby di Jacopo Coghe di poter stendere striscioni in cui la parola "Famiglia" viene usata come legittimazione all'omotransofobia sia un atto che rispetta gli altri? Perché i gay dovrebbero rispettare chi vuole limitare la loro vita mentre i gruppi d'odio vengono lasciati liberi di promuovere i loro pregiudizi contro la vita, le famiglie e i bambini non conformi ai loro diktat?
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