La leghista Cristina Cappellini si unisce allo sciacallaggio su Bibbiano: «Sarebbe servito il mio centralino anti-gender»


Cristina Cappellini è la leghista che rideva sguaiatamente quando il suo Mattreo Salvini si presentò sul palco di un comizio brandendo una bambola gonfiabile a rappresentazione della dignità delle donne. È la tizia che o a offerto spazi pubblici ad organizzazione che promuovono quelle fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità mentre ospitò un prete pedofilo tra le fila delle autorità, così come spese migliaia di euro di denaro pubblico per istituire un inutile "centralino anti-gender" gestito da alcune organizzazioni integraliste di estrema destra.
Il servizio registrò solo 30 chiamate in tre mesi da parte di genitori omofobi contrari all'educazione al rispetto nelle scuole e nel dicembre del 2015 si scese di non rinnovare un organismo ideologico e prettamente propagandistico che costava ben 50mila euro all'anno ai lombardi.

Ora, lanciandosi anche lei nello sciacallaggio del caso di Bibbiano, è citato il quotidiano propagandistico di Maurizio Belpietro che la leghista si mette a sbraitare che il suo servizio anti-gay sarebbe stato utilissimo dato il suo sostenere che l'intera comunità comunità lgbt mondiale debba essere ritenuta responsabile di un presunto atto illecito di una donna lesbica. Curioso, perché quando il terrorista di Macerata si rivelò un candidato leghista, lei non volle assumersi alcuna responsabilità dell'accaduto. Ed è così che, con una violnza ideologica che non pare umana, la fondamentalista leghista scrive:


Se ormai pare fuori controllo l'isteria leghista e neofascista che tenta di usare le vittime di Bibbiano per creare nuove vittime sacrificate al loro tornaconto propagandistico, la signora dovrebbe spiegarci in che modo la promozione dell'odio omofobico avrebbe potuto cambiare le cose.
E chissà ci possa spiegare in che modo il fatto che un'assistente sociale fosse favorevole ai corsi di educazione al rispetto (che Belpietro tramuta in "corsi gender" dato che è pagato per promuovere odio omofobico) dovrebbe avere una qualche attinenza con il suo operato. Sarebbe come sostenere che se un ladro è contrario alla pena di morte, bisognerebbe introdurla per fargli dispetto.
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