La Questura grazia Salvini: a pagare saranno solo gli agenti che hanno obbedito alle sue richieste


In un qualsiasi altro Paese al mondo, un ministro che fosse stato beccato a far giocare suo figlio con una moto d'acqua della Polizia di stato si sarebbe dimesso. In Italia ce la si cava dicendo che «è stato un errore da papà». Un papà che peraltro mette un figlio minorenne su una moto che non ha alcuna copertura assicurativa per il passeggero, pretendendo di imporre la sua volontà agli italiani nonostante sembri incapace di prendersi cura persino della sua prole.
E pare anche che la Questura grazierà Matteo Salvini dall'accusa di peculato d’uso, preferendo punire gli agenti che hanno obbedito ai suoi ordini. È già in discussione un procedimento contro l’agente che ha portato a giocare il figlio di Matteo Salvini sulle coste di Milano Marittima, così come potrebbero avere grane anche gli agenti che hanno minacciato il giornalista Valerio Lo Muzio e gli agenti della scorta di Salvini che avrebbero promosso l'omaggio al figliolo sedicenne del ministro leghista.
Resta infangata anche l'immagine id una polizia di stato che appare sempre più ridotta al personale servizio di un singolo leader politico, impegnata nel portare a spasso i suoi figli, nel fermare i dissidenti o nel nel sequestrare gli striscioni a lui sgraditi.
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