Pillon: «Eliminerò le case famiglie e le mie strutture saranno videosorvegliate»


Il Movimento 5 Stelle si è nuovamente piegato al volere della Lega e ha deciso di riconfermare il fondamentalista Simone Pillon come relatore del progetto di legge che mira a ridefinire la famiglia sulla base delle screditate teorie pseudoscientifiche formulate da un sostenitore della pedofilia.
La chiave della riforma è che i bambini dovranno essere esposti in egual misura ad un genitore dotato di pene e ad un genitore dotato di vagina. Qualora un bambino mostri paura verso un genitore violento, Pillon imporrà che lo si strappi all'altro genitore per recluderlo all'interno di una casa-famiglia in cui non gli sarà permesso poter vedere familiari sino a quando non accetterà di eseguire il volere di Pillonnello stare anche con il genitore violento.
Il progetto prevede anche forti limitazioni alla protezione delle donne, rendendo sempre più difficile poter denunciare violenze o divorziare da coniugi violenti dato che Pillon è un sostenitore della presunta indissolibilità del sacro vincolo del matrimonio (ovviamente a meno che non si tratti di un Salvini che ha lasciato moglie ed ex compagne per infilarsi tra le coperte di una ragazzina che ha la metà dei suoi anni mentre dice di voler "difendere" la cosiddetta "famiglia tradizionale").

Ostentando arroganza nel definire «giornaletti radical chic» chiunque osi sollevare perplessità sulla sua abominevole proposta di legge, arriviamo a veri e propri paradossi in cui Pillon si vanta di voler videoregistrare i minori durante qualunque conversazione avvenga mentre si trovano all'interno dei lager che lui predisporrà per punire chi non è in buoni rapporti con entrambi i genitori:


Sembra un po' strano che il signor Pillon sostenga di voler eliminare la case-famiglia dato che nel testo del suo ddl 735 si legge:

quando pur in assenza di evidenti condotte di uno dei genitori il figlio minore manifesti comunque rifiuto, alienazione o estraniazione con riguardo ad uno di essi. [...] Il giudice può, disporre l'inversione della residenza abituale del figlio minore presso l'altro genitore ovvero il collocamento provvisorio del minore presso apposita struttura specializzata, previa redazione da parte dei servizi sociali o degli operatori della struttura di uno specifico programma per il pieno recupero della bigenitorialità del minore,nonché dell'indicazione del responsabile dell'attuazione di tale programma.

L'ipotesi che in queste precisate «strutture» i bambini non possano parlare con nessuno se non in presenza di telecamere è aberrante.
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