"Senza reggiseno in Procura". Libero tocca il fondo pur di attaccare la Rackete


Pare che i giornalisti di Libero non abbiano problemi con le prostitute che frequentavano la villa di Berlusconi ma siano pronti a stracciarsi le vesti se una donna sgradita a Salvini osa non indossare un reggiseno sotto alla maglietta.

Sfoderando la loro frustrazione sessuali, i giornalisti del quotidiano filo-salviniano se ne escono scrivendo:

La 31enne capitana della Sea Watch indagata per favoreggiamento di immigrazione clandestina per lo sbarco effettuato a fine giugno a Lampedusa ha sfoggiato una maglietta aderente nera a metà tra il marinaretto e il kombat, in perfetto stile Ong. Sobria sì, ma con un dettaglio decisamente fuori luogo: niente reggiseno. Un po’ di decenza in più in un luogo pubblico non avrebbe guastato, anche se per chi venera il concetto di libertà anche in spregio alla legge o l'autorità militare, in fondo, quella del seno è l'ultimo dei pensieri.

Se non mancano gli insulti gratuiti che la stampa di estrema destra ama riservare ai nemici del loro "capitano", ormai siamo davanti a vere e proprie campagne diffamatorie condotte in nome del più becero falso perbenismo. Il tutto tra un bacio al rosario e un bimbo deportato nei lager libici.

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