Così la stampa locale compiace il ballerino omofobo e sessista che piace a Sboarina


Sarà che l'informazione odierna pare essersi ormai trasformata in una pubblica ostentazione di servilismo al potente di turno, ma Potere al Popolo Verona, Circolo Pink Verona, Comitato Verona Pride e Pianeta Milk Arcigay Verona denunciano le semplificazioni ideologiche con cui il Corriere del Veneto ha minimizzato i dati di fatto per cui Polunin è stato allontanato dall’Opera di Parigi a causa delle sue posizioni omofobe e sessiste, compiacendo lo spettacolo che vedrà il sindaco Sboarina applaudire dalla prima fila dopo il suo patrocinio al congresso integralista di Verona.

Attraverso un comunicato congiunto, denunciano:

Mercoledì 14 agosto sul Corriere del Veneto è stato pubblicato un articolo firmato da Marianna Peluso sulla manifestazione da noi indetta il prossimo 26 agosto in concomitanza con lo spettacolo “Romeo+Giulietta” che vedrà come protagonista, i Arena, il ballerino Sergei Polunin.
Nel ringraziarvi per aver dato voce alla nostra iniziativa, notiamo però con rammarico che l’articolo appare del tutto parziale e a tratti discutibile, a partire dal titolo: "Polunin in Arena, flashmob di protesta organizzato dai gay". I "gay contro Polunin", dunque, scenario che appare più adatto ad un filmaccio di bassa lega anni Settanta che non al titolo di un quotidiano. Vorremmo precisare che al di là dell'orientamento sessuale, la protesta è stata organizzata e sentita da persone che hanno a cuore la libertà di ciascuna e di ciascuno, che si oppongono a omofobia, sessismo e a stereotipi di genere che l'articolo sembra invece pienamente assumere.
Nell'articolo si fa poi riferimento alle discusse dichiarazioni di Polunin, che vengono definire “presunte”.
Le dichiarazioni non sono affatto “presunte”, ma sono state rilasciate da lui stesso, nero su bianco, sui suoi account social. La sua dichiarata ammirazione per Vladimir Putin - che finanzia l’attività della PoluninInk, agenzia di spettacolo dello stesso Polunin - è altrettanto esplicita.
Polunin - che viene definito, nel pezzo, come il nostro «bersaglio mobile» e vorremmo capire che cosa significhi esattamente questa espressione - si è affrettato sì a rettificare le proprie affermazioni contro omosessuali e donne, senza almeno formalmente scusarsene e solo dopo le conseguenze negative sulla propria carriera di tali affermazioni. Il fatto che lui dica di aver voluto riferirsi esclusivamente al mondo della danza né lo assolve né migliora la sua posizione.
Da ultimo. Notiamo con enorme disappunto che nell'articolo viene completamente tralasciata l’altra enorme questione che ci porta a scendere in piazza: la questione del lavoro e del corpo di ballo dell'Arena, licenziato tre anni fa. Questa vicenda, volutamente ignorata, è grave tanto quanto il resto perché si innesta direttamente nel percorso di lotta dei lavoratori e delle lavoratrici della Fondazione Arena iniziato nell’ormai lontano 2015 e sostanzialmente mai risolto. Abbiamo già rilevato, infine, le incongruenze statuali tra Fondazione Arena, Arena di Verona s.r.l. e il Comune di Verona in numerosi comunicati che sono stati più o meno volutamente ignorati e travisati, perché, così pare, è evidentemente più accattivante ridurre il tutto al problema personale di quattro “gay” che se la prendono con le dichiarazioni “libere” e "legittime" di un grande artista.
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