La sceneggiata di Salvini è un insulto alla Costituzione




Matteo Salvini ha fatto cadere il governo con il pretesto della TAV, invocando elezioni anticipate sulla base del risultato ottenuto alle europee (e dunque ininfluente sul piano nazionale) conseguito grazie a 14 mesi che lo hanno visto preferire sagre e comizi al lavoro per cui gli italiani vengono costretti a pagarlo.
E se pare evidente che i suoi piani fossero orientati ad ottenere "pieni poteri" come da lui palesato, per sua sfortuna la Costituzione prevede che le elezioni si tengano con tempi prederminati proprio per scongiurare che qualcuno tenti di far cadere il governo sulla base dei sondaggi dato che ciò impedirebbe una qualsiasi attività parlamentare che non sia finalizzata ad un immediato consenso.
E se il leghista non è certo nuovo a slogan populisti che facciano colpo sui disinformati, davvero surreale è come voglia far credere che la "volontà popolare" sarebbe un partito che ha ottenuto il 17% di voti alle elezioni o che sarebbe inaccettabile l'ipotesi di un governo che coinvolga i due partiti più votati alle scorse elezioni. Altrimenti si andrebbe a votare ogni volta che un partito supera gli altri nei sondaggi.
Quindi non solo è difficile comprendere di che cosa sta parlandi Salvini, ma ancor più preoccupante è che è su quelle basi che la ministra leghista Locatelli dichiari: «Mi auguro che in caso di governo M5sPd il popolo insorga». Un Ministro della Repubblica che auspica l’insurrezione in sfregio alla Costituzione non è un non segnale... sopratutto quando a pretendere "pieni poteri" è un tizio respinto alle urne dall'83% dei votanti.
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