I leghisti insultano chi ha sbugiardato la messinscena della finta bimba di Bibbiano esibita a Pontida


Il poliziotto e onorevole leghista Gianni Tonelli, già segretario della commissione parlamentare antimafia e già condannato per aver diffamato Ilaria Cucchi, si è lanciato nel sostenere chi osa denuncia che la «bimba di Bibbiano» esibita da Salvini sul palco di Pontida non fosse di Bibbiano sarebbe da ritenere «complice» dei crimini.
Ovviamente giura che il suo "capitano" non abbia strumentalizzato nessuno nel prendere una minorenne e nel spacciarla per qualcun altro mentre la esibiva come un feticcio sul palco di un comizio politico. Non pare aver problemi con le modalità che hanno portato la propaganda salviniana ad adescare la minorenne durante una manifestazione leghista a Roma, così come pare non avere nulla da dire su quella madre che ha consegnato sua figlia ad un partito politico dopo essersi lamentato che i giudici le avessero tolto la figlia a seguito della condanna per simulazione di reato che la vide auto-infliggersi delle ferite nel tentativo di incastrare degli innocenti. Stando a Salvini e Tonelli, il fatto che la donna fosse ritenuta pericolosa per sé e per gli altri non avrebbe giustificato la tutela della minore.
In conformità a a quella dialettica leghista che si fonda sulla creazione di fantomatici "nemici" contro cui aizzare gli haters del "capitano", Tonelli scrive:


Tralasciando l'ipocrisia della sua assoluzione verso chi pensa ad una messinscena finalizzata ad usare delle minorenni per il proprio profitto, grave è come Tonelli neghi il principio che imporrebbe la presunzione d'innocenza sino al processo, così come pare ipocrita anche il suo inveire contro un caso accaduto in un comune amministrato dal Pd che viene usato dalla propaganda salviniana al fine di incolpare il Pd dei fatti, incurante di come la bimba esibita sul palco fosse stata tolta alla madre in un comune amministrato dalla Lega.
Ed è forse quando non ci sono giustificazioni che i bulli ricorrono alle aggressioni e alle invettive contro chi osa raccontare la verità.

Nel frattempo, il sindaco di Bibbiano ha querelato 147 persone (tra cui anche Luigi Di Maio) per messaggi dal contenuto ritenuto offensivo o minatorio nei suoi confronti. Il tutto riprendendo tutte le fake-news rilanciate, tra cui anche i fantomatici elettroshock a cui il quotidiano di Maurizio Belpietro sosteneva fossero stati sottoposti i bimbi.
Lo scorso luglio, Di Maio scrisse su Facebook: «Col Pd non voglio avere niente a che fare. Col partito che fa parte dello scandalo di Bibbiano, con i bambini tolti ai genitori e addirittura sottoposti a elettroshock e mandati ad altre famiglie, con il sindaco Pd che è coinvolto in questo, non voglio avere nulla a che vedere». Il coinvolgimento del sindaco nelle vicende è stato escluso dai magistrati che indagano sul caso.
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