Pure Fangepage offre visibilità al leghista omofobo che nega l'omofobia del suo partito


Il leghista Umberto La Morgia appare come un disco rotto che ripetere sempre gli stessi slogan a tutti i giornali a cui riesce ad elemosinare visibilità.
Questa volta intervenuto su Fanpage, il leghista sbraita contro un un «fascismo arcobaleno» che dice gli impedirebbe di poter pretendere leggi totalitarie che vietino l'esistenza delle famiglie gay in quanto da lui le ritiene inferiori a quelle eterosessuali ed immeritevoli di pari diritti. Ovviamente continua a piagnucolare che imprecisati «attivisti» lo avrebbero offeso, che le sue invettive sarebbero motivate dal suo dirsi «credente» e che un fantomatico «pensiero unico» gli impedirebbe di «pensarla diversamente» attraverso suo chiedere che intere famiglie siano cancellate.
Spergiura anche che il partito di Salvini non sarebbe omofobo perché «gli omosessuali esistono anche nella Lega» e sarebbero tutti molto felici di non avere pari diritti mentre si nascondono ad elettori che amano definirli «froci» o «contro-natura». Ed ancora, La Morgia tenta pure di auto-proclamarsi espressione di una fantomatica "maggioranza" mentre nessuno si accoda lui e alle sue rivendicazioni (cosa che lui dovrebbe sapere bene dato il suo cerca profitto personale dalla visibilità che ottiene nel proporsi come il gay leghista che si esibisce come fenomeno da baraccone).

Sostenendo che i diritti civili siano di sinistra e che i leghisti gay devono essere contrari alle proprie famiglie, dichiara pure:

La Lega non è un partito omofobo, semplicemente non strumentalizza, come fa la sinistra, certe questioni per ragioni politiche. Non mi sono mai sentito discriminato: l'importante alla fine è condividere valori e obiettivi comuni". Come i "no" netti a questioni che vanno dall'aborto all'eutanasia, dalla regolamentazione delle droghe leggere, fino alle famiglie arcobaleno e all'utero in affitto.

Spiegano che lui considera un affronto qualunque opinione osi contrastare il suo voler imporre per legge le sue opinabili opinioni personali, è ricorrendo al vittimismo che l'articolo si conclude affermando:

Con l'insediamento del governo giallorosso, Umberto La Morgia punta inoltre il dito sul cosiddetto "libro bianco dei diritti" annunciato dalla senatrice dem, Monica Cirinnà, e racconta di quella che, vissuta sulla propria pelle, è stato un vero e proprio attaccato da fascismo arcobaleno. "Non tutti si riconoscono in certe rivendiazioni -assicura-. Oltre alle offese ho ricevuto anche tanti messaggi di vicinanza e stima". Fra chi lo ha attaccato sui social, qualcuno lo ha anche accusato di "omofobia interiorizzata".
"Questo pensiero unico mi fa molta paura: per loro se la pensi diversamente non devi parlare e non devi neanche esistere. Tutto questo -conclude- sono perché ho l'onestà intellettuale di dire che, a prescindere dall'orientamento sessuale, è giusto che la famiglia rimanga quella che è sempre stata".

In tutto ciò il leghista non chiarisce un aspetto: dato che se lui non vuole una famiglia, nessuno gli impone di averla, perché lui pretende che la si neghi anche a chi la pensa diversamente nonostante i diritti altrui non tolgano nulla a chi li ha già?
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